FEDERICA PACELLA
Cronaca

L’inquinamento uccide: 100mila lombardi morti a causa dello smog

Il bilancio decennale dell’Europa sulle polveri sottili (Pm2.5)- Medici e comitati al ministro dell’Ambiente: no a proroghe sulle revisioni dei limiti

Inquinamento a Milano. A destra Celestino Panizza, medico e membro di Isde Brescia.

Inquinamento a Milano. A destra Celestino Panizza, medico e membro di Isde Brescia.

Medici, epidemiologi e comitati in pressing sul ministro dell’Ambiente perché non si cerchino esenzioni o ritardi nell’adozione dei nuovi limiti per la qualità dell’aria, più restrittivi. La lettera firmata dai presidenti di Isde Italia Medici per l’ambiente (Roberto Romizi), Cittadini per l’aria (Anna Gerometta) e Associazione italiana di Epidemiologia (Carla Ancona) è un appello al ministro Gilberto Pichetto Fratin affinché sia consolidato "l’impegno dell’Italia per l’aria pulita" e "che questo si manifesti in un sostegno tangibile per una veloce procedura di approvazione della Aaqd (direttiva sulla qualità dell’aria) evitando ritardi ed esenzioni".

La richiesta si inserisce nell’ambito dei negoziati, in corso, per la revisione della direttiva sulla qualità dell’aria. Il Consiglio europeo ha, infatti, incluso la possibilità di esenzioni decennali dall’adesione ai valori limite di inquinamento atmosferico legalmente vincolanti, sulla base del Pil dei paesi rispetto alla media dell’Ue. Ciò potrebbe significare che quasi due terzi dei paesi dell’Ue potrebbero posticipare la riduzione degli inquinanti atmosferici dannosi per la salute fino al 2040. Polonia, Romania, Spagna e Italia sarebbero autorizzati a richiedere esenzioni per motivi di un Pil più basso.

Secondo le stime da poco aggiornate al 2021 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, in Lombardia si sono registrate quasi 18mila morti premature a causa dell’esposizione alle concentrazioni di Pm2,5 sopra i limiti suggeriti nel 2021 dall’Oms, circa 2mila in più del 2019: il dato è in calo rispetto al 2005, ma di fatto, sommando i dati anno per anno, si parla di circa centomila persone in 10 anni solo per effetto del Pm2.5 sopra i limiti più cautelativi.

“Dei danni della cattiva qualità dell’aria si sa ormai tutto: ora bisogna agire", esorta Celestino Panizza, medico e membro di Isde Brescia. "Adottare i limiti che vanno nella direzione di quelli indicati dall’Oms, più restrittivi degli attuali, significherebbe impegnarsi a ridurre l’inquinamento. L’Italia si è già pronunciata contro l’adozione dei limiti, perché la Pianura Padana non riuscirebbe a rientraci. Speriamo che ci sia margine per cambiare la rotta e perché non sia ostacolato il processo di revisione della direttiva".