FEDERICA PACELLA
Cronaca

“Dopo di noi”, nessuna certezza. Come si spendono nei Comuni lombardi i fondi disabilità

Su 466 milioni stanziati per l’autonomia di persone con disabilità grave e senza sostegno familiare solamente 240 sono stati effettivamente trasferiti. Nella nostra regione risultano 2.039 beneficiari

Disabilità (Archivio)

Milano - Chi si occupa di disabilità non ha dubbi: bisogna cambiare l’approccio, costruendo servizi attorno alla persona, mentre ora si tende ad adattare esigenze e aspettative ai servizi esistenti. Questo approccio può spiegare perché stenta a decollare la legge 112/2016, che ha istituito il fondo nazionale “Dopo di noi“ a tutela dei disabili gravi che restano privi del sostegno familiare (in particolare con interventi di supporto alla domiciliarità). Il ritardo nell’applicazione delle misure è stato accertato dalla Corte dei Conti, che ha verificato come su 466 milioni stanziati tra il 2016 e il 2022 per l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità grave e senza sostegno familiare, soltanto 240 sono stati effettivamente trasferiti alle Regioni, che non hanno provveduto a rendicontare l’effettiva attribuzione delle risorse ai destinatari.

La situazione in Lombardia

In Lombardia, dove dal 2016 al 2020 è stato erogato il 74,8% delle risorse assegnate, risultano 2.039 beneficiari (8.424 in Italia); difficile dire quale sia la platea potenziale, ma se consideriamo che l’ultimo dato Istat parla di un 4,4% di persone con disabilità in Lombardia (440mila) è evidente che ci sono ampi margini di miglioramento. "Il quadro della Corte dei Conti non è entusiasmante, anche se bisogna poi entrare nello specifico dei vari territori – spiega Marco Faini, vicepresidente Anffas Brescia, che ha attivato un’agenzia per la vita indipendente –. La grande eterogeneità è un dato di tutte le politiche sociali, a cui la 112 non sfugge. La legge, comunque, ha il merito di affrontare in modo sistematico questo tema".

Un quadro disomogeneo

Disomogenee, ad esempio, sono le le spese dei Comuni lombardi sul capitolo disabilità, rielaborati da Openpolis su dati Openbdap, legati al numero di persone con disabilità presenti (sono incluse spese per vitto e alloggio in strutture, prestazioni assistenziali, inserimento lavorativo e sociale). Tra i capoluoghi si passa da oltre 70 euro a Lecco e Monza a più di 50 euro pro capite a Como e Milano, fino ai 31 euro di Brescia e Bergamo, a poco più di 1 euro pro-capite a Sondrio. A livello provinciale, la spesa media pro capite va dai 14-15 euro di Brescia e Bergamo, a poco meno di 13 euro per il Comasco, quasi 14 euro in quella di Lecco, poco più di 7 euro per Sondrio. Proprio i Comuni possono essere fondamentali anche per il “Dopo di noi“.

Decollo rinviato

"Il Dopo di noi – sottolinea Faini – andrebbe costruito prima. Lo dice la legge quadro di riforma del sistema integrato dei servizi sociali 328/2000, secondo cui i sostegni per l’inclusione della persona con disabilità devono essere collocati all’interno di un progetto di vita". I progetti della 112, in pratica, dovrebbero essere un segmento dei progetti individuali redatti dal Comune di residenza della persona che ne fa richiesta, d’intesa con Ats, ma, salvo qualche eccezione, ancora stentano a decollare.