CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Legnano, 73 anni fa la squalifica più lunga della storia della serie A

La sfida al “Picasane” con il Bologna in uno stadio imbiancato dalla neve, l’aggressione all’arbitro Tassini e la stangata del giudice sportivo. Il 3 febbraio 1952 resta ancora oggi per i tifosi un simbolo di un'ingiustizia mai dimenticata

Palmer soccorso dopo la rete del 2-1: sarà costretto a lasciare il campo

Palmer soccorso dopo la rete del 2-1: sarà costretto a lasciare il campo

Legnano, 3 febbraio 2025 - Il 3 febbraio 1952 fu una domenica di quelle che restano impresse nella memoria collettiva, un giorno in cui il destino decise di intrecciare calcio e leggenda in una tela di neve e rabbia.

Arriva il Bologna

La città, avvolta in un candido manto invernale, si preparava ad accogliere un match che sarebbe stato ricordato più per le sue conseguenze che per il gioco espresso in campo. Al "Pisacane", il Legnano, già in lotta disperata per mantenere la categoria, affrontava il Bologna. Ma più del risultato, più dell'importanza della posta in palio, c'era un nome che, fin dall'inizio, gravava come un presagio sinistro sui cuori lilla: Bruno Tassini, l'arbitro di Verona.

L’arbitro Tassini

Già all'andata, il direttore di gara si era guadagnato il rancore dei tifosi legnanesi con due rigori concessi ai felsinei. Il destino, con il suo crudele senso dell'umorismo, volle che fosse lui a dirigere anche la sfida di ritorno. Bastarono quattro minuti per far comprendere che il copione era già scritto: Gritti portò subito in vantaggio il Bologna. Ma i lilla non si lasciarono abbattere e al 33’ Mazza ristabilì la parità. Sembrava l'inizio di una riscossa.

Falli non visti La ripresa si aprì con un assalto furioso del Legnano, che mise alle corde gli avversari. Fu allora che Tassini decise di prendere in mano le sorti del match: prima un fallo evidente su Mozzambani, poi un'ancora più netta irregolarità ai danni dello svedese Eidefjäll in area rossoblù. Il pubblico trattenne il fiato, aspettando il fischio dell'arbitro. Ma il fischio non arrivò. E il gelo dell'inverno si trasformò in fiamme di indignazione.

Palmer ko

Dalle tribune imbiancate iniziarono a piovere le prime palle di neve, timidi segnali di disappunto che ben presto divennero un fitto bombardamento. Al 14', Palmer venne steso platealmente in area, ma riuscì comunque, con un ultimo sforzo, a deviare il pallone in rete per il 2-1. L'entusiasmo durò poco: il colpo ricevuto fu talmente violento da costringerlo a lasciare il campo, e il Legnano si ritrovò in dieci. Il Bologna, con cinismo, ne approfittò e al 34’ Pilmark firmò il pareggio. Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Il rigore contro

A tre minuti dal termine, la tragedia sportiva prese forma: un pallone vagante, un tocco di Tubaro, un braccio forse largo, forse no. Ma per Tassini non ci furono dubbi: rigore. Il Pisacane esplose di rabbia: Campatelli segnò il 2-3, ma il campo era ormai una trincea bianca. Palle di neve cadevano incessantemente sul terreno di gioco e sull'arbitro, costringendolo a interrompere la partita senza neppure segnare la rete sul suo taccuino.

L’aggressione a Milano

La tensione non si spense con il triplice fischio. Alcuni tifosi, accecati dall'ingiustizia, decisero di portare la protesta oltre il campo. Attesero Tassini alla Stazione Centrale di Milano, dove il fischietto veronese avrebbe preso il treno per tornare a casa. E l'accoglienza non fu fatta di parole, ma di schiaffi secchi, sonori come il gelo che avvolgeva la città.

Il verdetto del giudice Sportivo fu spietato. Il Legnano ricevette la più dura punizione mai inflitta in Serie A: sconfitta a tavolino per 0-2 e squalifica del campo fino al 31 dicembre 1952, quindi per ben 11 mesi. Una sanzione che rappresenta ancora oggi la più lunga squalifica di un campo di gioco in serie A.

La squalifica

Una sentenza che segnò il destino della squadra, già in bilico tra la speranza e la disfatta. Il campionato si concluse con la retrocessione, ma il ricordo di quella giornata non si cancellò mai. Ancora oggi, settant'anni dopo, il nome di Tassini riecheggia tra i tifosi lilla come un'ombra del passato, simbolo di un'ingiustizia mai dimenticata. E quella neve, che un tempo imbiancava il Pisacane, rimane impressa nella memoria come il sipario gelido di un dramma calcistico senza tempo.