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Rotte contese: in gioco il futuro di Linate e Malpensa

L’Unione europea boccia il decreto Linate ma il governo tenta di rilanciare. In gioco il destino dei due aeroporti milanesi. Ecco i tre scenari delineati da Roma di MASSIMILIANO MINGOIA

L'aeroporto di Linate

Milano, 11 gennaio 2016 - L'Unione Europea boccia il «decreto Linate», il provvedimento approvato dal Governo il 1° ottobre 2014 che consentiva la possibilità di collegare lo scalo Forlanini anche con aeroporti di città europee non capitali, fermo restando il tetto massimo di 18 movimenti orari. La decisione della Ue, firmata lo scorso 17 dicembre e notificata pochi giorni fa al Governo italiano, impone una nuova scrittura del documento sulla regolamentazione del traffico aeroportuale di Linate e Malpensa. Il «decreto Linate» era stato fortemente voluto dall’allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi in vista dei sei mesi dell’Expo, ma il provvedimento non aveva carattere temporaneo, ma permanente. Una scelta, quella di non fare un decreto solo per il periodo espositivo, che al momento del varo del provvedimento era stata contestata sia dal presidente di Sea (la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa) Pietro Modiano, sia dal sindaco Giuliano Pisapia (il Comune è il maggior azionista in Sea).

Un anno e tre mesi dopo, il decreto è stato di fatto azzerato dalle autorità europee. L’accusa indirizzata all’Italia è di «non aver consultato le parti interessate prima di emendare le norme di distribuzione del traffico relative al sistema aeroportuale milanese». Per questo motivo – si legge ancora nell’atto della Ue – «le misure di cui al decreto ministeriale numero 395 non possono essere accolte». Le proteste e gli esposti presentati da diverse compagnie aree straniere, in primis la tedesca Lufthansa, contro il decreto Linate hanno trovato dunque accoglimento da parte dell’Europa. Sullo sfondo del «decreto Linate», infatti, c’è anche una guerra tra compagnie aeree. L’atto del Governo, infatti, era stato decisivo per la positiva conclusione dell’accordo tra Alitalia ed Etihad. Ma l’accelerazione per approvare il decreto aveva trovato un appiglio decisivo nell’allora imminente Expo.

I risultati del provvedimento fin qui? L’ampliamento di destinazioni ha consentito a Linate un aumento di circa 500 mila passeggeri all’anno, mentre Malpensa ne ha persi quasi 700 mila, meno delle più pessimistiche previsioni iniziali. Il pronunciamento della Ue, però, riporta le lancette dell’orologio indietro all’ottobre 2014. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha già in mano il dossier «Ue contro il decreto Linate» per valutare le contromosse del Governo. Si va verso la riscrittura del decreto. Gli scenari delineati da Roma sono sostanzialmente tre. Il primo è il ritorno al decreto Bersani. Che significa? Da Linate si volerebbe solo verso le capitali europee, oltre che verso le destinazioni domestiche e gli hub con più di 40 milioni di passeggeri, cioè Francoforte.

Questa soluzione penalizzerebbe Linate ma lascerebbe a Malpensa il ruolo di scalo strategico del nord Italia. Il secondo scenario, invece, ribalta la prospettiva: la soluzione di aumentare la capacità di Linate oltre i 18 movimenti orari comporterebbe il trasferimento di voli da Malpensa allo scalo Forlanini. Il terzo scenario, però, sarebbe ancor più dannoso per l’hub varesino: il trasferimento di voli extraeuropei a Linate. Nessun commento, almeno per ora, da parte di Modiano e Pisapia. Ma oggi alle 16.30 il presidente della Sea è atteso in Comune per la commissione Mobilità-Partecipate in cui sarà illustrato il piano industriale della società aeroportuale. Non è escluso che Modiano commenti in quella sede il «no» della Ue al decreto Linate.