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Boa (foto di repertorio)
I serpenti moderni sono 'figli' dell'asteroide che 66 milioni di anni fa provocò la scomparsa dei dinosauri: le oltre 4.000 specie attualmente presenti nel mondo si sono infatti evolute da una manciata di antiche specie di serpenti che sarebbero sopravvissuti al cataclisma nascondendosi sotto terra e resistendo per lunghi periodi senza cibo.
Lo dimostrerebbe l'analisi genetica e di fossili pubblicata su Nature Communications da un gruppo internazionale di esperti guidato dall'Università di Bath, in Inghilterra. "La nostra ricerca - osserva il paleontologo Nick Longrich - suggerisce che l'estinzione agisce come una sorta di 'distruzione creativa': cancellando vecchie specie, permette ai sopravvissuti di sfruttare gli spazi liberati nell'ecosistema per sperimentare nuovi stili di vita e habitat". Così avrebbero fatto anche i serpenti che, dopo l'impatto dell'asteroide, avrebbero iniziato a occupare le nicchie ecologiche un tempo occupate da specie concorrenti per poi diversificarsi in diverse tipologie, come le vipere, i cobra, i pitoni e i boa. I fossili dimostrano inoltre che dopo la catastrofe, i serpenti hanno iniziato a modificare la forma delle vertebre portando alla comparsa di nuovi gruppi, come quello dei serpenti di mare giganti che possono arrivare fino a 10 metri di lunghezza.
Lo studio indica infine che dopo la caduta dell'asteroide e l'estinzione di massa, i serpenti hanno iniziato a diffondersi dall'emisfero meridionale raggiungendo per la prima volta anche l'Asia.