Milano, 7 novembre 2024 – Le piogge non bastano a garantire riserve idriche nella media degli ultimi decenni. Nel 2023, su 1137 mm di pioggia caduta, la quota di evapotraspirazione è stata di 596,6 - oltre la metà - in Lombardia. Se si fa in confronto con il 1999 quando era caduta esattamente la stessa quantità d’acqua, si vede come la quantità di evapotraspirazione fosse inferiore: 558,9 mm, 13,3 km 3, a fronte dei 596,6 mm e 14,2 km3 del 2023.
Andando a ritroso ulteriormente, il gap è ancora più ampio: nel 1978 con 1147,9 mm di precipitazioni (27,4 km3) ed una quantità di acqua tra pioggia e scioglimento dei ghiacciai di 1142,9 mm (27,3 km3), l’evapotraspirazione reale era stata di 472,7 mm (11,3 km3). "Ciò è stato causato dalle alte temperature, superiori alle medie climatologiche di riferimento, verificatosi anche nel 2023. Questo riduce le risorse idriche nonostante le precipitazioni”, spiega Stefano Mariani, responsabile della sezione “Analisi e previsioni meteo-idrologiche e risorse idriche“ presso Ispra, tra i curatori del nuovo bilancio idrologico nazionale, che aggiorna i dati al 2023.
Il rapporto è stato realizzato attraverso il modello BIGBANG che fornisce il bilancio idrologico nazionale, il quadro quantitativo della risorsa idrica e, più in generale, la situazione idrologica nel 2023, ricostruendo trend e differenze rispetto ai valori medi del lungo periodo 1951-2023 e del trentennio climatologico 1991-2020. Su scala nazionale, nel 2023 si conferma, come ormai avviene da diversi anni, il trend negativo della disponibilità naturale di risorsa idrica rinnovabile (la quantità di precipitazione - al netto della perdita per evapotraspirazione - che rimane disponibile nell’ambiente per gli ecosistemi e per i diversi usi).
Con i suoi circa 373 mm, corrispondenti a 112,4 miliardi di metri cubi sul territorio nazionale, la disponibilità di risorsa idrica, sebbene in ripresa rispetto al minimo storico del 2022 (quasi un +68%), ha fatto comunque registrare una riduzione a livello nazionale del 18,4% rispetto alla media annua del lungo periodo 1951–2023 e di quasi il 16% rispetto al trentennio climatologico 1991-2020.
"Anche per la Lombardia si verifica questo trend – sottolinea Mariani – con la disponibilità idrica sotto la media”. Si tratta dell’effetto di due fattori combinati, minore “entrate“ di acqua rispetto alla media (con eccezione del 2022, che era stato l’anno della grande siccità) e maggiori “uscite” con l’evapotraspirazione, per effetto delle temperature più elevate. «Situazioni di siccità estrema e severa hanno interessato nei primi mesi dell’anno la Lombardia, come altri territori del nord e del centro Italia, già colpiti dalla grave siccità del 2022, attenuandosi nel corso del 2023 – ricorda Mariani -. Con le alte temperature dobbiamo però aspettarci che le risorse idriche siano comunque sotto la media: è l’effetto del cambiamento climatico”.