Il Tribunale del Riesame di Milano ha riconosciuto l’esistenza di un “consorzio” delle tre mafie in Lombardia, cioè un patto tra ‘ndrangheta, camorra e Cosa Nostra per il controllo della criminalità organizzata nella regione più ricca e popolosa d’Italia. Questo apparato, ribattezzato dai giudici “sistema mafioso lombardo”, avrebbe stabilito il dominio sul traffico di droga e armi mediante la forza di centinaia di affiliati.
Il riconoscimento di questa sorta di “santa alleanza” è stato messo nero su bianco dai giudici nell’ambito del ricorso del pubblico ministero Alessandra Cerreti riguardo alla maxi-inchiesta denominata “Hydra” che aveva portato a ottobre 2023 a chiedere l’arresto di 153 persone. Di queste numerosissime misure cautelari, però, il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna ne accolse soltanto 11, rigettandone l’esistenza di un “consorzio” tra le organizzazioni, che invece è stata ora confermata.
Da quanto si è saputo, al momento sono state notificate le decisioni con cui il Riesame ha accolto il ricorso della Direzione distrettuale antimafia, guidata dal procuratore Marcello Viola, per la custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa come “patto” tra le tre mafie (primo capo di imputazione) per le posizioni di Giuseppe Fidanzati, presunto vertice per conto di Cosa Nostra, di Gioacchino Amico, per conto della camorra, e per Massimo Rosi, anche lui presunto esponente di vertice per la ‘ndrangheta. Per una quarta persona, invece, il ricorso non è stato accolto.
Gli indagati, adesso, potranno fare ricorso in Cassazione e, dunque, la decisione sulla custodia in carcere non è immediatamente esecutiva. Da quanto si è appreso, i vari collegi del Riesame che si sono occupati in questi mesi del caso depositeranno i provvedimenti a scaglioni in questi giorni. Riconosciuta, però, la tesi principale dell’Antimafia, cioè quella sul “consorzio” tra le mafie, che era stata bocciata dal giudice Perna.