Milano, 13 luglio 2015 - Con oltre 10mila ordini del giorno e più di 1500 emendamenti depositati negli uffici del Pirellone, il Movimento Cinque Stelle prepara la "battaglia" contro la riforma della sanità in discussione da domani in consiglio regionale. "Oltre che nel merito, vogliamo esprimere disappunto anche per il metodo che è stato utilizzato per questa presunta riforma", ha spiegato la consigliera Paola Macchi durante una conferenza stampa, sul tavolo faldoni e fascicoli con parte dei documenti presentati. "Non ci è stato permesso di discutere in commissione dicendo che avremmo lavorato in aula ma non è la stessa cosa, per questo - ha proseguito - abbiamo intenzione di portare in aula una protesta ufficiale di fronte a questa 'democrazia apparente'".
E' invece entrato più nel merito della riforma il capogruppo M5S Dario Violi, anche lui presente alla conferenza stampa. "Con questa riforma - ha sostenuto - andiamo verso un modello sanitario assicurativo come quello degli Stati Uniti dove chi può pagare la polizza si cura e chi non la può pagare resta sulla strada". In particolare infatti i Cinque Stelle contestano "i soldi pubblici alla sanità privata con il reinserimento della legge Daccò e le funzioni non tariffabili", "la mancanza di controlli sugli erogatori di servizi", "la riduzione delle ATS da 8 a % per aree omogenee", "la mancanza di soluzioni concrete per i problemi quotidiani lamentati dai cittadini come il costo eccessivo dei ticket e le liste d'attesa infinite", "la riduzione solo apparente di poltrone", "l'efficientamento della spesa sanitaria solo presunto" e "l'assenza di qualunque iniziativa per la salute mentale". Tra le proposte invece "il divieto di aprire un servizio sanitario privato immediatamente dopo che è stato tolto lo stesso servizio a una struttura pubblica", "l'istituzione di un osservatorio epidemiologico che renda pubblici tutti i dati sulla sanità lombarda", "uffici di pubblica tutela dei cittadini" e "ticket progressivi in base al reddito".
Violi ha poi assicurato disponibilità ad un'azione comune con gli altri partiti d'opposizione contro la riforma. "C'è però un problema da sottolineare, non tanto con il Pd, quanto con il Patto Civico Ambrosoli e la sua visione non così critica sul 'privato' - ha detto -. E' una visione completamente opposta alla nostra, un punto di divisione non indifferente".