Milano, 4 dicembre 2020 - Lombardia zona gialla. E' la speranza del governatore della Regione, Attilio Fontana: "Se i dati continueranno a essere quelli delle ultime due settimane, dall'11 dicembre diventeremo gialli. Se non ci sarà, e io ne sono convinto, alcun tipo di peggioramento". "Nel meccanismo previsto dal precedente dpcm - ha spiegato - bisogna entrare in una nuova valutazione, quindi passa una settimana per entrarci, dopodiche' per due settimane bisogna confermare quella valutazione. Noi abbiamo concluso ieri la seconda delle tre settimane".
Dalla zona arancione alla zona gialla, cosa cambia? Le regole
Con il ritorno in zona gialla riaprono oltre 51mila tra ristoranti, bar, pizzerie, oltre che gli agriturismi, dopo oltre un mese di chiusura che ha provocato una perdita di fatturato stimata di almeno un miliardo di euro. Resteranno chiusi dalle 18 alle 5. "La Lombardia - ha spiegato la Coldiretti - è la regione italiana con il maggior numero di locali per il consumo di cibo e bevande fuori casa". A livello provinciale, il primo territorio è quello di Milano con oltre 18mila esercizi, seguono Brescia con circa 7mila, Bergamo con più di 5mila, Varese con quasi 4.000 mila locali, Monza e Brianza oltre 3 mila, Pavia e Como con circa 3mila, Mantova con circa 2.000, Cremona con 1.700, Lecco con circa 1.400, Sondrio con 1.100 e infine Lodi con poco meno di 1.000 esercizi dedicati alla ristorazione. "Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione - ha continuato la Coldiretti - si sono fatti però sentire a cascata sull`intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. A pesare - ha concluso - sono state anche le limitazioni a carico delle oltre mille aziende agrituristiche con attività di ristorazione che si trovano in grande difficoltà quest`anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo. Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l`economia e l`occupazione in un settore chiave del Made in Italy".