Milano, 16 gennaio 2021 - Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza che colloca la Lombardia in zona rossa, insieme a Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano. Gli effetti del provvedimento saranno in vigore da domani fino al 31 gennaio, quando si procderà a una nuova valutazione come previsto dal Dpcm. Uno scenario che riporta la regione indietro al 6 novembre 2020, quando ci fu il debutto del sistema delle fasce colorate e la Lombardia fu inserita in quella rossa.
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L'ordinanza ministeriale
Sarà dunque lockdown, con bar e ristoranti chiusi, così come chiusi resteranno anche i negozi, fatti salvi quelli di alimentari, servizi e beni di prima necessità. Una nuova mazzata per l'economia lombarda. Secondo un'analisi di Confcommercio, solamente lo stop all'asporto dopo le 18 costerà la perdita di un ulteriore 50% di fatturato per i bar di Milano. E l'A.r.i.s.a., l'associazione regionale delle imprese della categoria fitness, stima che tra palestre e piscine è a rischio il 35% delle attività che valgono 17mila posti di lavoro.
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Polemica politica
Una stretta che "non ci meritiamo" per usare le parole del governatore Attilio Fontana che ha parlato di "punizione". Il Pirellone ha annunciato che farà ricorso, come ribadito anche dalla neo vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti. Ma lo scontro non è solo tra Regione e Governo. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, punge il presidente regionale: "Prima decide di non riaprire le scuole fino al 24 gennaio, poi per giorni di che siamo vincini alla zona rossa e quando lo comunicano strepita. Dando per scontato che in Regione hanno i dati, perché non ci fanno capire come stanno realmente le cose?".
Sindaci contro
Ci sono poi i sindaci delle zone meno colpite dalla seconda ondata che chiedono deroghe alla zona rossa, scrivendo alla Regione o direttamente al ministro della Salute, Roberto Speranza. E' il caso di Giorgio Gori a Bergamo, ma anche dei primi cittadini di Crema e Cremona.
Le altre regioni
Detto della Lombardia in zona rossa come Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano, questo lo scenario delle altre regioni italiane. Restano in zona arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto; passano in zona arancione Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D'Aosta. Rimangono in zona gialla Molise, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Provincia autonoma di Trento.
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