FEDERICA PACELLA
Cronaca

Covid Lombardia: prime province arancioni. Ma la regione resta rossa

Milano, Bergamo e Lodi sono scese sotto i 250 positivi ogni 100mila abitanti. Ospedali in sofferenza. L’Ats Brescia: "Per le terapie intensive serve tempo"

L'andamento dei contagi

L'andamento dei contagi

Brescia - Resta sopra la soglia di criticità l’incidenza dei positivi per 100mila abitanti in Lombardia, 278/100.000 nella settimana tra il 22 ed il 28 marzo. Omogenea la situazione tra le diverse province: ad eccezione di Bergamo, Milano e Lodi, tutte superano la soglia dei 250/100.000 che giustifica la zona rossa. L’incidenza più elevata la si riscontra a Mantova, con quasi 400/100.000, seguita da Brescia (360), Como (340), Cremona (320), Pavia (300) e Varese (290). Ad eccezione di Brescia, queste province preoccupano anche per l’incremento percentuale di casi settimanali, che è sopra la media regionale e che risulta particolarmente alto soprattutto a Mantova e Como. Non si rilevano grosse variazioni negli ospedali, dove il saldo tra nuovi ricoveri e dimissioni è ancora positivo (+107 il dato del 30 marzo): il maggior numero di nuovi ricoveri si registra in Ats Brescia, Ats Insubria ed Ats Milano.

«Ormai sappiamo che prima si normalizza il numero dei contagi, poi diminuiscono le ospedalizzazioni – ricorda Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia, dove l’incidenza di positivi sui tamponi molecolari è ancora al 20-22% a fronte del 6,9% regionale –. Per le terapie intensive ci vorrà ancora del tempo. I decessi saranno gli ultimi a diminuire". Con i 100 nuovi morti di ieri, la Lombardia conta 30.735 deceduti tra persone positive a Covid da inizio emergenza. Molto diverso tra le province il tasso di letalità, che indica l’incidenza dei decessi sul totale dei soggetti ammalati. Nella regione, il tasso calcolato da inizio epidemia è del 4,19% a fronte di 7,27% casi di Covid sul totale della popolazione. Sotto la media regionale ci sono Monza (3,20%), Varese (3,32%), Milano (3,68%), Como (3,77%), Sondrio (4,04%), Lecco (4,07%), nonostante la percentuale di positivi sulla popolazione sia pari alla media regionale.

Il tasso di letalità maggiore si registra invece a Bergamo, con il 7,97% (a fronte del 3,96% di casi rispetto alla popolazione), seguita da Lodi con 6,27%, Cremona con il 6,15%, Pavia con il 6,06%. In media Brescia, con il 4,38% e Mantova con il 4,35%. Per ora sembra arginato il rischio di diffusione delle varianti, ad eccezione di quella inglese. Dall’attività di sequenziamento condotta da 12 laboratori regionali, su 312 sequenze ottenute per analisi, 278 sono state ricondotte alla variante inglese, 1 alla sudafricana, 3 alla nigeriana. "Le prospettive? Dopo Pasqua potremmo avere valori più stabilizzati, ma c’è l’incognita della scuola – sottolinea Sileo – è un elemento da attenzionare, non tanto per ciò che accade in classe, me per quello che c’è prima e dopo la scuola. La riapertura potrebbe portare una recrudescenza: l’attenzione deve essere massima".