Milano - La Lombardia diventa zona rossa, ma più in generale è gran parte dell'Italia a entrare nella fascia di maggiore rischio. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 15 marzo. Passano in area rossa le regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la provincia autonoma di Trento, che si aggiungono a Campania e Molise che restano in rosso. Tutte le altre regioni saranno in area arancione per gli effetti del decreto legge approvato questa mattina dal governo. Da lunedì fino al 2 aprile e martedì 6 aprile (giornata successiva a Pasquetta) nelle regioni in fascia gialla si applicheranno infatti le misure stabilite per la zona arancione e non ci saranno più zone gialle. È invece in corso una verifica sui dati della Basilicata. La sola Sardegna resta in area bianca.
Il contagio nella regione
Nel bollettino di oggi, in Lombardia sono stati registrati 6.262 nuovi casi di coronavirus, di cui 202 'debolmente positivi', e 89 morti. Dall'inizio dell'epidemia i decessi sono a 29.093. I tamponi processati sono stati 60.954 (di cui 40.976 molecolari e 19.978 antigenici), con un indice di positività in crescita al 10,4% (ieri era al 9,4%). I guariti/dimessi sono 2.116 (totale complessivo: 535.077, di cui 5.083 dimessi e 529.994 guariti). I pazienti Covid in terapia intensiva salgono a 667 (+22), in aumento anche i ricoverati che raggiungono quota 5.909 (+191). Tra le province, la città metropolitana di Milano è la più colpita con 1.617 casi, di cui 592 a Milano città, seguita da Brescia 1.118, Varese 610, Como 507, Bergamo 467, Monza e Brianza 44), Mantova 382, Pavia 348, Cremona 250, Lecco 197, Sondrio 96 e Lodi 90. Più in generale, l'indice di contagio Rt è sopra l'1,3, su 100.000 abitanti i positivi sono 821. Con una variazione percentuale che ha raggiunto il 22%, tra le più alte in Italia. I posti letto occupati nei reparti da pazienti Covid hanno toccato la quota del 46%, quelli in terapia intensiva del 43%. La settimana scorsa erano rispettivamente al 41% e al 34%. Già da quindici giorni, quindi, gli ospedali lombardi superano le soglie di allarme stabilite dal ministero della Salute (40% ricoveri ordinari, 30% terapie intensive).
Il presidente Fontana
Questa mattina il governatore aveva giocato d'anticipo, annunciando il cambio di colore: "La Lombardia purtroppo si prepara a diventare zona rossa. Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa che sono servite a rallentare il virus. Mi auguro che sia l'ultimo sacrificio chiesto ai nostri cittadini perché poi spero che arrivino i vaccini necessari per iniziare le somministrazioni di massa, in modo che non debbano più esserci limitazioni alla nostra vita. A un anno dall'inizio della pandemia - le parole di Fontana -, non credo che abbiamo commesso degli errori nella gestione dell'emergenza. Il virus è più complicato di quello che gli stessi scienziati potessero immaginare. Non abbiamo ancora trovato una cura specifica. Grazie al cielo abbiamo fatto quasi un miracolo a trovare i vaccini, che sono l'unica nostra ancora di salvezza. Queste varianti attaccano molto anche i giovanissimi. Una delle categorie più contagiate è quella che va dai 9 ai 18 anni, il virus sta cambiando i soggetti su cui si installa. Bisogna prestare molto attenzione. E' una sofferenza che mi auguro che nell'arco di qualche mese si concluderà". Per quanto riguarda le scuole, Fontana al termine di un incontro tra le Regioni e il ministro Mariastella Gelmini ha chiesto "ancora una volta al governo la possibilità per i figli degli operatori sanitari di proseguire la frequenza della scuola in presenza".