“In molti mi hanno rimproverato scarsa umanità. Ma io non posso, né voglio, chiedere scusa come molti mi hanno pur caldamente suggerito di fare per la morte di Giovanna Pedretti, il cui suicidio, ovviamente, mi addolora come essere umano. Perché se lo facessi sarei l'ennesimo che utilizza la sua morte per il proprio vantaggio, nel mio caso per riabilitarmi, cospargendomi il capo di cenere e implorando la clemenza della pubblica piazza". Così al termine di un lungo post su Instagram, Lorenzo Biagiarelli torna a parlare del caso del suicidio della ristoratrice di Lodi, prima protagonista di un caso mediatico dopo aver pubblicato la risposta a una recensione omofoba e contro i disabili di un cliente del suo locale e poi accusata di essersi inventata tutto.
"Dopo settimane di silenzio, ho bisogno di raccontare per la prima e ultima volta quello che mi è successo nell'ultimo mese, per chiudere questa storia che è triste da qualunque lato la si guardi" scrive lo chef, compagno di Selvaggia Lucarelli, che nel video ripercorre passo dopo passo tutta la vicenda non risparmiando le accuse e frecciatine. Nel lungo video, girato con camicia a quadri sullo sfondo di una cucina, Biagiarelli ne ha per tutti: per stampa e influencer, che secondo lui avrebbero alimentato la gogna mediatica nei confronti suoi e della compagna. E chiarisce: “Questo non è un video pensato da una task force, non ho nemmeno la camicia da penitente – dice, con un chiaro riferimento alla mise in grigio della Ferragni, dopo lo scandalo del pandoro Balocco – e, nei limiti del possibile, non sto per piangermi addosso”.
Biagiarelli, dunque, non intende chiedere scusa: "Preferisco tenermi lo stigma, il dubbio, il sospetto, piuttosto che tentare la via della pietà affermando qualcosa che non penso. E accetterò con tranquillità tutte le conseguenze". Poi a sorpresa annuncia che lascerà il programma condotto da Antonella Clerici: "Purtroppo non ci sono più le condizioni perché io riprenda al mio ruolo a 'È sempre mezzogiorno'. Quindi non mi vedrete più in onda. Ci tengo però a ringraziare tutti quelli che non hanno mai smesso di manifestare affetto, e sono stati tanti, perché, nonostante il tentativo di distruggermi sia stato quasi un successo – conclude lo cheh –, mi tengo stretto quel quasi e la solidarietà dei tanti che hanno capito a quale gioco sporco si stava giocando”.