REDAZIONE CRONACA

Maxi operazione antimafia con 85 arresti a Partinico: collegamento con il clan Casamonica

Le 5 organizzazioni criminali sono accusate di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, estorsione e corruzione

Il ministro Luciana Lamorgese e il procuratore capo di Palermo Giovanni Loi

Palermo - Ottantacinque arresti (63 in carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti ad obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria) . E' il bilancio dell'operazione "Gordio", diretta dalla Dda di Palermo, che ha portato allo smantellamento del mandamento di Partinico, comune della provincia di Palermo, composto da 5 organizzazioni criminali. Gli 85 indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione. 

L'inchiesta, avviata nel novembre 2017 per far luce sui possibili collegamenti criminali tra Ottavio Lo Cricchio, imprenditore partinicese attivo nel settore vinicolo, e Michele Vitale, esponente della famiglia Vitale oppure "Fardazza" storicamente egemone in seno al mandamento mafioso, ha portato tra l'altro all'arresto di Giuseppina Vitale, detta "Giusy", in passato reggente del mandamento e poi collaboratrice di giustizia, attualmente non sottoposta al programma di protezione, di sua sorella Antonina Vitale e del figlio di quest'ultima Michele Casarubia.

Collegamenti tra mafiosi affiliati al mandamento di Partinico, nel Palermitano, e il clan romano dei Casamonica. E' uno degli elementi portato alla luce dall'inchiesta della Dda di Palermo che ha portato a 81 arresti e 4 misure dell'obbligo di dimora per di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione.  Le indagini hanno documentato un incontro, avvenuto a Roma nel tra Michele Casarrubia, e Consiglio Di Guglielmi, più noto come Claudio Casamonica, personaggio apicale dell'omonimo clan romano, poi deceduto per Covid.

Alla riunione, organizzata per trattare l'acquisto di un ingenmte quantitativo di cocaina, partecipò tra gli altri anche l'allora collaboratrice di giustizia Giuspprina Vitale, detta "Giusy", zia di Casarubbia. Le conversazioni registrate tra Vitale ed il nipote Casarubbia rappresentano un elemento di particolare valore investigativo. Perchè, come emerge dagli atti di indagine, dimostrano in modo "assolutamente chiaro" che la donna "non si sia dissociata dall'ambiente criminale in genere e da cosa nostra partinicese in particolare".

Le indagini - che non hanno beneficiato del contributo delle dichiarazioni di alcun collaboratore di giustizia - hanno portato alla luce le dinamiche criminali in atto nel mandamento mafioso di Partinico, documentando l'operatività di 5 associazioni specializzate nel traffico ed nella produzione di stupefacenti.  Da questa esigenza la definizione di un precario equilibrio caratterizzato da una costante fibrillazione a media intensità che si è manifestata con numerosi danneggiamenti, spedizioni "punitive" ed atti incendiari riconducibili all'uno o all'altro sodalizio criminale, sempre in procinto di portare lo scontro ad un livello superiore. 

Come evidenziato dal Gip nell'ordinanza di custodia cautelare, è emersa "l'immagine di una vera e assai allarmante balcanizzazione degli scenari criminali partinicesi", che consente di "presagire futuribili scenari di nuove e forse imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana storicamente nota come tra le più attive nell'ambito criminale del traffico di stupefacenti".  L'inchiesta della Dda palermitana ha tra l'altro documentato l'esistenza di legami tra alcuni degli indagati e diversi politici locali. Elementi che, nell'estate 2020, portarono allo scioglimento del consiglio comunale di Partinico per possibili condizionamenti mafiosi sull'attività amministrativa.