BEATRICE RASPA
Cronaca

Mafia Spa, affari d’oro in Lombardia tra estorsioni e imprese “amiche”. Così l’impero del male ha messo radici

Milano e Brescia, record di aziende colluse. Anche Bergamo e Como tra le prime province Sondrio nona in Italia per incremento di ricatti denunciati: +201% tra il 2013 e il 2023

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Brescia, 14 dicembre 2024 –  Milano con 15.650 società a rischio collusioni mafiose è la terza provincia italiana a più alto tasso di pervasività della criminalità organizzata. Brescia invece con 4.043 ditte in “odore di mafia“, su un tessuto economico di 104mila società totali, ha scavalcato Palermo, che è sesta.

A dirlo è il Centro studi della Cgia di Mestre, secondo cui si stima che 150mila imprese nostrane gravitino potenzialmente nell’orbita dei clan. Le mafie rappresentano la quarta industria del Paese, con un volume d’affari di 40 miliardi annuo, ovvero un paio di punti del Pil. Le cosche hanno un fatturato che segue a ruota Eni, Enel e Gestore dei servizi energetici (Gse)

Le realtà più a rischio appaiono quelle metropolitane. Napoli e Roma sono in testa, con 18.500 e 16.700 ditte che si sospettano contigue. Milano è terza, e da sole queste tre aree rappresentano il 34% delle aziende controllate. Il quadro proviene da un incrocio di dati della Banca d’Italia, collettore per legge delle segnalazioni di movimentazioni finanziarie sospette, dell’Antimafia nazionale e delle procure italiane.

Le altre città lombarde sono più basso in classifica, ma nemmeno troppo: Bergamo risulta 13esima con 2.298 ditte contigue. Como è 49esima con 708 aziende, Pavia 51esima con 661, Mantova 63esima con 537, Piacenza 73esima con 426, Cremona 75esima con 412, Lecco 79esima con 376.

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Gli ambiti prediletti dalle mafie per far soldi sono molteplici e variegati, con un unico comun denominatore: la redditività. Si va dal narcotraffico al traffico di armi, dal trattamento e smaltimento dei rifiuti agli appalti pubblici e alle scommesse, senza dimenticare l’usura, il contrabbando di sigarette e la prostituzione.

In cima alle attività esercitate in via prioritaria dai ‘padrini’ ci sono le estorsioni, che prendono di mira quasi esclusivamente imprenditori. Non è un caso che negli ultimi anni proprio le estorsioni, tipici reati ‘spia’, abbiano fatto registrare un boom di denunce: in 10 anni sono aumentate a livello nazionale del 66%, con un picco di 128,3% nel nordest. Nei territori in cui il numero è elevato la probabilità che vi sia una presenza radicata e diffuse delle organizzazioni di criminalità organizzata è altrettanto elevata, conclude lo studio. In Lombardia le segnalazioni alle forze dell’ordine per episodi estorsivi sono passati dalle 972 del 2013 alle 1.858 del 2023 (+91,%).

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La provincia in cui l’aumento è apparso più consistente è Sondrio, al nono posto in Italia per crescita di estorsioni denunciate, passate dalle 10 del 2013 alle 31 del 2013 ( (+201%) . Seguono Mantova, dodicesima,da 30 nel 2013 a 83 del 2023 (+176.7%), Cremona, 17esima, da 31 a 76 (+145%), Lodi, 26esima, da 13 a 29 (+123%). E ancora: Monza Brianza, 30esima, da 64 a 139 (+117%). Milano è al 37esimo posto. Nel 2013 le denunce presentate erano state 392, l’anno scorso 769 (+96%). Specie al nord, fa sapere la Dia, il fenomeno si sta diffondendo senza il ricorso a minacce esplicite ma cercando la complicità con le vittime, imponendo per esempio assunzioni di personale o forniture di servizi. Oppure proponendo alle imprese iniziative di reciproco vantaggio, quali fatturazioni false.