Secondo l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, se la popolazione mondiale fosse più attiva, potrebbero essere evitati più di 5 milioni di morti ogni anno. Per questo le linee guida prevedono, per i bambini dai 5 ai 17 anni, almeno una media di 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata o vigorosa, per lo più aerobica, per tutta la settimana e integrare, almeno 3 volte a settimana, con attività aerobiche energiche, unitamente a quelle che rafforzano muscoli e ossa, oltre che ridurre il tempo trascorso in sedentarietà. La scuola dovrebbe essere il luogo che consente a tutti di accedere alle attività sportive, ma la realtà dei fatti è che, al di là dei programmi scolastici in cui l’attività fisica è ridotta a una o due ore a settimana, in buona parte degli istituti mancano gli spazi per lo sport.
I dati dell’Anagrafe dell’Edilizia scolastica, elaborati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, parlano chiaro. Al 31 luglio, su un totale di 5.977 edifici scolastici in Lombardia, 3.382 non hanno una palestra. Più di una su due (56,6%), ma in alcune province la percentuale è ancora più alta: Pavia è a quota 66%, Mantova e Sondrio superano il 65%; segue Cremona con quasi il 64% e Lodi con il 61%. Sopra la media regionale anche Brescia con il 58,3%.
Sotto la media ci sono invece Bergamo (50,7% di scuole senza palestra), Como (53,5%), Lecco (53,7%), Milano (56,4%), Monza e della Brianza (41,8%), Varese (52,4%). Un problema strutturale cronico, che dovrebbe vedere qualche miglioramento grazie al Pnrr, ma che rischia di acuire le diseguaglianze tra gli studenti che, alle spalle, hanno famiglie che hanno tempo e risorse per le iscrizioni ai corsi sportivi privati e chi, invece, non ha questa possibilità. In alcuni casi i Comuni fanno la loro parte, con attività sportive extra a prezzi calmierati (a Brescia, ad esempio, la Loggia propone i corsi di avviamento allo sport), ma si è sempre nella sfera della discrezionalità (e delle possibilità di bilancio) delle singole Amministrazioni.
Qualche passo in avanti, sul fronte dello sport a scuola, potrebbe arrivare con l’inserimento dei nuovi docenti di educazione motoria alla scuola primaria per le classi quarte e quinte: il bando ministeriale prevede 1.740 posti in Italia, di cui 350 assegnati alla Lombardia. "Le criticità maggiori – commenta Luisa Treccani, segretaria Cisl Scuola Brescia e organizzativo Lombardia – sono legate alla gestione delle ore. Per il tempo pieno si ricavano 2 ore delle 40 di scuola, per il tempo normale si aggiungono, per cui c’è un po’ di confusione. L’importante è che dove si ricavano le 2 ore non diventi l’occasione per ridurre l’organico".