Parabiago (Milano), 24 settembre 2024 - "Adesso non dici niente!". Sono le intercettazioni ad incastrare ancora una volta Adilma Pareira Carneiro alle sue responsabilità nella morte del compagno Fabio Ravasio.
Una conversazione avvenuta col marito Marcello Trifone, padre dei due gemelli che Ravasio pensava fossero suoi. "Per il momento non dire niente, non dire niente. Mantieni quello che hai detto. Non dici che sei stato tu. Non dici niente". Il marito risponde quasi intimorito: "Quindi rifaccio il gay? Faccio quello che devo fare, il gay e vabbè".
Adilma spiega: "Aspettiamo l'esito dell'esame della macchina per le impronte". La macchina che ha investito Ravasio era condotta dal figlio di lei, Igor Benedito, un giovane 25enne con seri problemi di droga tanto da essere seguito dal Sert. "Devi fare così perché sennò rischio di perdere tutti i soldi della ditta e la casa di Mentone - continua la brasiliana -. Quando verrà fuori che è stato Igor sto pensando di dire che lui era con il Sert. Poi lui lo mando in comunità. Io lo posso far venire a casa con gli arresti domiciliari. Non posso andare io perchè se no non esco più". Marcello risponde: "Io faccio quello che mi hai detto di fare, il gay e dirò che non ho fatto niente e che non c'entro niente".
Tutto intercettato tutto messo a verbale dalla procura di Busto che indaga sul delitto. Marcello Trifone, 51enne di Magenta, era figlio adottivo di una famiglia molto benestante che aveva una storica ditta, la Stf, fallita nel 2018, con oltre 300 dipendenti. La conversazione fra i due fa emergere un rapporto di sudditanza che è difficile spiegare e che molti legano al discorso della magia e del controllo della mente.
Adilma in questi giorni in carcere ha smentito ogni legame con i riti esoterici. "Non sono una feiticeira, non pratico magie nere, riti o macumbe. Sono tutte invenzioni - ha spiegato dal carcere al suo avvocato -. Non ho mai fatto sacrifici animali, io gli animali li amo".