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Milano, street bullying e maranza: significato, chi sono, cosa fanno e stile

Maxi operazione della polizia contro le baby gang: sequestri e denunce anche nel capoluogo lombardo

Baby gang, maranza (Foto archivio)

Milano, 15 dicembre 2023 – Maxi operazione della polizia in tutta Italia –Lombardia compresa – che vede nel mirino le baby gang. Una quarantina di persone sono state arrestate e ne sono state denunciate circa 70, di cui un terzo minorenni. Sequestrate pistole, armi da taglio e tirapugni oltre che centinaia di dosi di droga, alcune delle quali nei pressi di un istituto scolastico, e diverse somme di denaro per un totale di circa 10mila euro. 

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Milano tra street bullying e maranza

A Milano, l'operazione si è concentrata, tra gli altri, su soggetti inseriti nel contesto delle devianze giovanili, e, più in generale, della repressione della tipica microcriminalità diffusa. Sono state eseguite perquisizioni nei confronti di soggetti appartenenti a gruppi che si sono contraddistinti in strada e suoi social per condotte illecite (rapine e spaccio) e comportamenti anti sociali (pubblicazione di foto con armi e droga o contro le forze dell'ordine). Ulteriori perquisizioni sono state eseguite anche nei confronti di minori appartenenti ad una gang di strada dedita a rapine, vicini all'ambiente "trapper" milanese.

Servizi nelle aree maggiormente interessate da fenomeni riconducibili a criminalità giovanile e street bullying (piazza Gae Aulenti, corso Como, porta Garibaldi, stazione centrale, Bastioni Porta Venezia, Corso Buenos Aires, Navigli); si segnalano, infine, significativi risultati operativi a seguito di attività di polizia giudiziaria svolte nei confronti di giovani denominati comunemente "maranza", le cui condotte aggressive destano crescente allarme sociale.

Street bullying

Ma che cos’è lo “street bullying” (o bullismo di strada)? Si tratta di un termine che deriva dall’unione del concetto di rapporto con il territorio (street) con quello di bullismo. 

TERRITORIO – La questione territoriale (street) è centrale non solo delle bande (street gang), ma in generale di tutti quei fenomeni che riguardano individui e organizzazioni che trascorrono una quantità sproporzionata di tempo per le strade delle grandi città. La precarietà delle condizioni abitative spinge spesso i più giovani a cercare un luogo dove possa instaurarsi la socializzazione con i coetanei. Se questo non può avvenire all’interno delle mura domestiche, la strada (“il quartiere”) assume una funzione formativa. Il territorio può però essere vissuto in maniera contrapposta: da un lato l’appartenenza al proprio quartiere vista come motivo di vanto e come celebrazione delle proprie origini, dall’altro le criticità presenti in quelle aree si scontrano con le condizioni di benessere e agio delle vie limitrofe.

BULLISMO – Il bullo si caratterizza per una spiccata tendenza alla conflittualità e all’impulsività; vanta spesso un certo grado di superiorità, vera o presunta. La rabbia rappresenta un’emozione prevalente e facilmente presenta una bassa tolleranza alla frustrazione, unita anche a un’evidente fatica nel rispetto delle regole e delle prescrizioni altrui. Nel caso specifico, la rabbia di questi adolescenti viene rivolta verso coloro che non appartengono alla loro stessa comunità, gruppo sociale o quartiere.

Maranza

Il termine ‘maranza’ non è nuovo. Risale infatti agli anni ‘80, quando a Milano si identificava con questo termine il tipico ragazzo tamarro o coatto, orientato a un’ostentazione del cattivo gusto e solitamente legato al mondo della musica dance e dei locali notturni. 

Stando all’Accademia della Crusca, la prima attestazione del termine arriva dal brano ‘Il capo della banda’ cantato da Jovanotti nell’album ‘La mia moto’, nel 1988: “Mi chiamo Jovanotti e sono in questo ambiente/ di matti di maranza e di malati di mente/ fissati con le moto e coi vestiti 

Oggi, invece, c’è una versione 2.0 di ‘maranza’, che sta ad indicare i ragazzi un po’ bulli che importunano passanti, turisti e coetanei per le strade delle città. Ma con un guardaroba tutto contemporaneo.

Spesso questi giovani consumano estorsioni, minacce e aggressioni che poi dalla strada approdano su TikTok: sui social si trovano infatti video dei resoconti del loro dominio su un certo territorio piuttosto che su un altro e nascono botta e risposta di minacce e insulti. 

‘Maranza’ è un termine nato dalla fusione fra le parole “marocchino” e “zanza”, ma in questi gruppi non ci sono solo adolescenti e giovani di origine nordafricana. I ‘maranza’ sono infatti un melting pot di nazionalità, del quale fanno parte anche italiani e slavi. Con un denominatore comune: alle spalle, storie di vita in periferia e di degrado.

Questa cultura subrubana rappresenta però anche una moda, un fatto estetico: i giovani indossano tute di acetato griffate (ma speso contraffatte) e divise sportive delle squadre di calcio. Sopra giubbotti imbottiti senza maniche. In testa cappellino o bandana e borsello a tracolla. Ciuffo sulla fronte, permanente o taglio sfumato: al ‘maranza’ piace curare la propria estetica, anche con collane ed vistosi orologi.