ALESSANDRO MALPELO
Cronaca

"Il giudice gli dia una possibilità". I padri separati: non devi mollare

Per l’associazione è decisivo dilazionare i pagamenti

Marco Della Noce ora vive in auto

Milano, 20 ottobre 2017 - Il caso dell’ex comico di Zelig finito sul lastrico per via di una separazione culminata con il pignoramento dei beni fa discutere. Ne parliamo con Alessandro Tosatto, consigliere nazionale dell’Associazione padri separati.

Un caso eccezionale?

Macché, è una situazione molto comune, ne vedo tantissimi così».

E cioè?

«Senza via d’uscita. Se vogliamo che il genitore paghi il mantenimento, io dico, è necessario permettergli di lavorare. Se gli blocco la partita Iva lo inchiodo. Tutto questo si riverbera nel rapporto con i figli, nemmeno riesci più a vederli, a stare con loro per un gelato o la pizza».

Dispiaceri così c’erano anche in passato?

«Ci sono sempre stati i padri separati che hanno perso tutto, casa compresa, per un matrimonio naufragato. Li vedi vivere in roulotte o dentro la macchina, sotto i viadotti delle tangenziali».

Si può dire che non ci eravamo accorti?

«La Caritas aveva denunciato il fenomeno dei nuovi poveri, come i padri separati, che bussano alla porta della mensa delle confraternite».

Perché i conti non tornano?

«Finché la famiglia è unita, con un reddito solo puoi mangiare lo stesso. Se ti separi le spese raddoppiano, e una grossa fetta se ne va per il mantenimento. Ci rimettono tutti da una separazione. C’è poi un crollo psicologico e morale».

Un male inevitabile?

«Sarebbero auspicabili provvedimenti equi per limitare la conflittualità. Un padre bistrattato fatica sempre a reperire i mezzi di sostentamento per i figli, e rischia di sballare».

Si metta nei panni del giudice, lei che cosa farebbe?

«Dilazionare i pagamenti, sospendere il pignoramento, dare opportunità per ripartire».

Ma a maggio non c’era stata una sentenza che dava una boccata d’ossigeno?

«La sentenza della Cassazione relativa agli alimenti non commisurava più il mantenimento della ex moglie al tenore di vita in costanza di matrimonio, dava un minimo vitale, introduceva altri correttivi. Ma non fa giurisprudenza».

Come associazione che indicazioni date ai vostri iscritti?

«Un esempio per tutti la nostra presidente nazionale, Tiziana Franchi, si è tanto spesa ai vari livelli per la tutela della bigenitorialità».

Parola difficile, come si traduce bigenitorialità?

«Consentire ai figli di godere di entrambi i genitori. Dal 2006 c’è l’affido condiviso, anche questo istituto deve essere salvaguardato».

Che tipo di aiuto viene dall’associazione?

«Nel concreto abbiamo aperto a Rimini una casa dei padri separati, per dare un tetto a chi l’ha perso. Lo stesso facciamo a Padova elo riproporremo in altre città. Spesso surroghiamo i servizi sociali, sollecitando le istituzioni quando intercettiamo bisogni ed emergenze».

Al comico Marco Della Noce così avvilito che cosa direbbe?

«Gli direi di continuare a lottare, anche se è stato colpito nella dignità del lavoro e degli affetti deve tenere duro, il tempo è galantuomo».