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Matteo Messina Denaro, le reazioni sulla morte del boss. Saviano: “È morto un assassino”

Il 61enne è deceduto nella notte all’ospedale de L’Aquila. La salma è blindata nell’obitorio in attesa dell'autopsia. Il sindaco di Castelvetrano: “Oggi si respira aria nuova”

Matteo Messina Denaro al momento dell'arresto. Nel box: tutte le foto del boss

L’Aquila, 25 settembre 2023 – “Matteo Messina Denaro assassino. Il boss è morto, l'Italia continua a essere un paese a vocazione mafiosa”. È la prima reazione a caldo di Roberto Saviano alla morte del padrino di Castelvetrano, deceduto stanotte a 61 anni nella cella dell’ospedale ‘San Salvatore’ dell'Aquila dove era ricoverato per un tumore al colon ormai in uno stadio avanzato.

Una notizia che l’Italia intera seguiva da mesi, da quando a gennaio il Messina Denaro è stato arrestato nella sua stessa città dopo 30 anni di latitanza. Prima il carcere e gli interrogatori a raffica che lo hanno sempre visto tacere su tutti i segreti di mafia – che si è portato nella tomba senza mai pentirsi, come hanno fatto prima di lui Totò Riina (il suo mentore), Binnu Provenzano e altri – poi il carcere duro fino all'aggravarsi delle sue condizioni di salute, già molto compromesse al momento dell’arresto. E ora le reazioni.

Campobello, il paese della latitanza: “Ferite profonde”

“Ora si scrive la parole fine su colui che per 30 anni ha provocato ferite profondissime e mortali non soltanto nella nostra provincia. La morte, comunque, rappresentando la conclusione della vita terrena, pone ogni uomo davanti la giustizia divina”. Così il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, sulla morte di Messina Denaro.

A Campobello il boss ha trascorso gli ultimi anni della sua latitanza in diversi covi, fino a quando è stato arrestato. “Lo Stato ha rispettato la Costituzione garantendo le massime cure al boss per salvargli la vita, nonostante l'indignazione del popolo italiano per la discriminazione rispetto alla qualità di trattamento con altri malati dello stesso tipo”, ha aggiunto il primo cittadino di Campobello di Mazara.

Obitorio blindato in attesa dell’autopsia

La salma di Matteo Messina Denaro è stata spostata dalla cella riservata ai detenuti del 41bis all'obitorio del carcere di L'Aquila, nei locali sotterranei inaccessibili, dove neanche la figlia Lorenza e la nipote Lorenza Guttadauro (suo avvocato di fiducia) – che da giorni si sono trasferite in città per stare accanto al boss – possono avvicinarsi. Il corpo del boss di Castelvetrano dovrà infatti essere sottoposto ad autopsia prima di lasciare il capoluogo della regione Abruzzo per essere tumulato a Castelvetrano.

Il sindaco di Castelvetrano: “Oggi si respira aria nuova”

A Castelvetrano – la città dove Matteo Messina Denaro, figlio del boss Francesco don 'Ciccio' è nato e cresciuto e ha costruito la sua carriera criminale – si respira da oggi "un'aria nuova". È il sindaco Enzo Alfano a usare queste parole. "Ma questo capitolo nuovo – spiega Alfano, appresa la notizia della morte del boss all'Aquila – è parte di un percorso già iniziato, che deve continuare e deve condurre alla piena consapevolezza di chi era Matteo Messina Denaro: un assassino, uno stragista". Da molto tempo Messina Denaro, prosegue Alfano, "non apparteneva più a questa città: totalmente scomparso, gli unici ricordi che i cittadini hanno della sua giovinezza era di un uomo prepotente, che faceva paura".

La sua latitanza – sottolinea il sindaco Alfano – ha fatto male a questa terra, è stata una cappa invadente che ha impedito a questo territorio di dispiegare tutte le sue potenzialità. Il nostro percorso ci deve portare ad essere antimafiosi per eccellenza, a impedire che determinate situazioni possano ricostituirsi. Il terreno è stato coltivato da decenni da questi criminali, ed è minoranza che ha condizionato questo territorio: parecchi di loro sono in galera, adesso è morto il loro capo, si potrà respirare aria nuova e c'è una rete istituzionale che consente a chiunque voglia investire e lavorare qui sa oggi di trovare un territorio diverso, sano".

Il sindaco dell’Aquila: “Storia di sangue e violenza”

"È il punto su una vicenda che racconta di violenza e sangue, sofferenze ed eroismi. L'epilogo di una esistenza vissuta senza rimorsi nè pentimenti”, dice il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, commentando la morte del boss proprio nel capoluogo abruzzese. "Un capitolo – ha aggiunto – doloroso della storia recente della nostra Nazione che non possiamo cancellare, ma di cui oggi possiamo narrare la fine grazie al lavoro delle donne e degli uomini che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la criminalità mafiosa”.