Milano - Ma chi è il giornalista italiano ferito in Ucraina e come lo conosce soprattutto il popolo dei social? Nato a Milano il 28 maggio 1979 Mattia Sorbi, oggi volto del Tg1, è di fatto il reporter inviato di guerra Rai destinato a Kharkiv, una delle città maggiormente colpite dall’esercito russo. La sua testimonianza sul campo è ritenuta in Rai particolarmente preziosa, specie per comprendere come la gente del luogo vivendo questi momenti. Ma la sua fama sul web è piuttosto controversa. Vediamo perché.
Dopo la laurea in scienze politiche, affari e relazioni internazionali (all’Università Cattolica del Sacro Cuore, 2004), Sorbi ha ricoperto il ruolo di assistente politico (in forma volontaria) nella sede del New Hampshire, e precisamente a Manchester, durante le Presidenziali del 2008 (alias primo mandato di Barack Obama). Post esperienza all’American Enterprise Institute (Washington), ha conseguito anche il master in politica internazionale (nel 2012) all’Ispi (Istituto per la politica internazionale, Milano), per poi approdare come freelance a Radio24 (2014). Tuttavia solo nel 2018 si iscrive all’albo dell’ordine dei giornalisti (della Lombardia) come professionista.
Durante una sua prima esperienza a Repubblica ha iniziato a ricoprire il ruolo di inviato di guerra, riportando poi una serie di testimonianze durante la caduta di Kabul. Ora, il giornalista si trovava in una delle città più colpite dai bombardamenti russi, e i suoi video si sono spesso concentrati sull’intento di mostrare con efficacia la durezza della situazione in Ucraina e l’ingente distruzione causata dalle bombe russe.
Ma la sua fortuna sembra più legata alla tv che al web. Sorbi è diventato abbastanza famoso in particolare su Twitter, dove i suoi video diventano spesso virali, ma dove viene anche attaccato sia per i look spesso eccentrici, sia per la simpatia espressa a più riprese (specie in passato) verso la Lega e verso Matteo Salvini. Come spesso accade ai giornalisti, il personaggio di Sorbi è diventato così abbastanza controverso sui social, tra detrattori e seguaci accaniti. Nel suo curriculum ci sarebbe anche un passato da candidato a Milano nella “Noi con l’Italia per Fontana” (2018).