FEDERICA PACELLA
Cronaca

Migranti sfruttati da caporali e criminali, donne costrette alla prostituzione: “Rete silenziosa e difficile da intercettare”

I risultati del progetto finalizzato all’emersione dell’illegalità e all’inclusione. Sette province coinvolte: incontri con 2.562 stranieri, la metà richiedenti asilo. Aumenta il ricorso a droghe e alcol

Gli operatori coinvolti hanno incontrato ben 2.562 persone di cui 1.249 richiedenti o titolari di protezione internazionale

Gli operatori coinvolti hanno incontrato ben 2.562 persone di cui 1.249 richiedenti o titolari di protezione internazionale

Hanno storie di povertà, disperazione, che hanno cercato di lasciarsi alle spalle intraprendendo viaggi della speranza per approdare in Italia dove, però, ad aspettarle c’era la rete dello sfruttamento, sessuale e non solo. Non tutte le vittime se ne rendono conto, anzi, spesso agli operatori che le incontrano raccontano di esser grate a chi ha dato loro un lavoro. Così ancora poche accettano di entrare in programmi di protezione per emergere dallo sfruttamento e ricostruire la propria vita, in libertà. "I risultati sono minimi, a volte si fatica ad andare avanti, ma è comunque questa la cosa più preziosa: prenderci cura di poche vite per avere una ricaduta che, comunque, è più ampia".

A dirlo è Gessica Gosetti, rappresentante di Cooperativa sociale Lotta Contro l’Emarginazione, realtà che, insieme a Associazione Casa Betel 2000 di Brescia e cooperativa Kemay, è ente attuatore del progetto di emersione dello sfruttamento di persone disagiate in economie illegali ‘Mettiamo le ali- Dall’emersione all’integrazione’, arrivato al sesto rinnovo dell’accordo tra Comune di Brescia e Lule Società Cooperativa sociale onlus (il progetto comprende anche Bergamo, Lodi, Mantova, Cremona, Pavia, Lecco).

La convenzione appena rinnovata consente di partecipare al Bando 6/2023, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità (dall’1 marzo 2024 al 31 luglio 2025). Nelle sette province, dal 2022 al 2024, gli operatori coinvolti hanno incontrato ben 2.562 persone di cui 1.249 richiedenti o titolari di protezione internazionale, facendo emergere situazioni di grave sfruttamento, dietro cui c’è spesso la criminalità organizzata. Per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale, i numeri su strada sono ormai consolidati, con una conoscenza molto precisa, almeno per Brescia, delle singole persone. "Parliamo con loro – ricorda Gosetti – cerchiamo di fare prevenzione rispetto agli aspetti sanitari".

La presenza di persone alla prima esperienza di prostituzione è in decrescita rispetto al passato, ma le persone contattate riportano difficoltà di inserimento e integrazione sul territorio. Molto più complesso interfacciarsi con il mondo della prostituzione indoor, per l’elevato turnover (più redditizio) e perché i numeri di telefono sono, in realtà, spesso di intermediari che gestiscono gli appuntamenti. Le operatrici si occupano di monitorare i siti di annunci e scrivere un messaggio per offrire un supporto di tutela della salute, ma agganciare chi c’è dall’altra parte dello schermo è molto difficile.

Le criticità rilevate? Aumento dell’uso e abuso di sostanze stupefacenti, di alcolici e di ludopatia, l’aumento di donne che svolgono attività lavorativa in parallelo all’attività prostitutiva (soprattutto badanti e colf), ma anche maggiore violenza di genere e aumento della presenza di donne con minori a carico.