Monza, 9 Giugno 2023 - "I giudici, in assenza di un adeguato supporto scientifico, hanno disatteso le conclusioni della perizia psichiatrica svolta da un esperto nominato dalla stessa Corte minorile secondo cui le condizioni di disagio psichico" dei due baby killer "risultano incidere sulla loro capacità di intendere e di volere".
Con questa motivazione la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Milano che aveva confermato la condanna di primo grado a 14 anni e 4 mesi di reclusione con il rito abbreviato del Tribunale per i minori di Milano per il 14enne e il 15enne che il 30 novembre 2020 hanno inferto più di 30 coltellate a Cristian Sebastiano, 42 anni, di fronte alla sua abitazione di Monza e gli hanno rapinato una dose di cocaina. Il perito psichiatrico nominato dai giudici meneghini su richiesta della difesa degli imputati aveva concluso per una "immaturità che ha sovrastato la possibilità e il comportamento degli stessi" e una "largamente scemata capacità di intendere e di volere, non solo perchè gli imputati hanno commesso il delitto sotto l'uso di più sostanze psicotrope, ma perchè erano intossicati da mesi dalle stesse sostanze, con l'uso quotidiano e quindi erano in un totale asservimento allo stato di tossicodipendenti", prima con la cannabis e progressivamente con droghe più pesanti. Secondo i giudici di appello, invece, non risultavano provate "compromissioni psicopatologiche che possono avere avuto incidenza causale sui reati commessi" quindi risulta "pienamente sussistente la capacità di intendere e di volere degli imputati al momento dei fatti".
La Corte ha annullato la sentenza e rimandato il processo ad un appello bis.