Verbania, 16 gennaio 2024 – Alcuni accordi per il risarcimento dei parenti delle 14 vittime sono stati chiusi al fotofinish, pochi giorni prima dell’udienza preliminare con al centro il disastro del Mottarone del 23 maggio 2021, che si celebrerà domani nell’auditorium della Casa della Resistenza di Fondotoce. Un passaggio che, a meno di colpi di scena, ridurrà di molto il numero delle parti civili, mettendo un primo punto fermo almeno su alcuni aspetti economici, mentre la partita giudiziaria è ancora tutta da giocare. "Noi non ci costituiremo parti civili perché abbiamo raggiunto un accordo sul risarcimento, i cui contenuti sono riservati", spiega l’avvocato Laura Bastia, legale della famiglia di Roberta Pistolato, morta assieme al marito, Angelo Vito Gasparro, durante la gita finita in tragedia.
Angelo Vito e Roberta si erano trasferiti al Nord per lavoro. Lui aveva ottenuto un impiego al Centro unico prenotazioni dell’Asst di Melegnano, lei si era da poco guadagnata la qualifica di medico di base. "Seguiremo in ogni caso il processo – prosegue l’avvocato Bastia – e avremo la possibilità di presentare le nostre memorie, senza chiedere però un risarcimento". Risarcimenti che, in alcuni casi, sono già stati liquidati. Per altri, invece, sarebbero ancora in corso trattative fra i legali e una delle società coinvolte, il colosso altoatesino Leitner. In ogni caso si vedrà domani, nella prima udienza, il numero effettivo delle possibili parti civili: hanno già annunciato che presenteranno un’istanza il Comune di Stresa e la Regione Piemonte.
L’avvocato Natascia Forconi, che segue per conto di Leitner la delicata partita dei risarcimenti, nei giorni scorsi aveva espresso l’auspicio di "poter completare gli accordi entro l’udienza preliminare". La società altoatesina, che si occupava della manutenzione e dei controlli sulla funivia è tra i soggetti per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. E il legale ha ribadito un concetto: "Leitner si è resa disponibile ai risarcimenti in spirito di solidarietà e di vicinanza alle famiglie coinvolte e non come effetto di una ammissione di responsabilità". L’operazione dei risarcimenti di Leitner si è aggiunta con un peso economico ben maggiore a quella già da tempo portata avanti dal concessionario Luigi Nerini, che ha messo a disposizione i dieci milioni della polizza assicurativa.
L’udienza preliminare, che domani dovrebbe essere dedicata alle prime questioni tecniche e organizzative per poi entrare nel vivo nelle prossime settimane, è uno snodo decisivo nella partita giudiziaria, a poco meno di mille giorni da quella tragica domenica di maggio. Quattordici morti, tra cui due bambini, a causa della caduta da un’altezza di 17 metri della cabina numero 3, a mezzogiorno, durante una gita di primavera sul monte affacciato sul lago Maggiore. Un solo sopravvissuto, il piccolo Eitan, rimasto orfano e finito al centro di un’aspra contesa familiare. Indagini della Procura di Verbania, guidata dalla procuratrice Olimpia Bossi, che hanno fatto emergere carenze nella manutenzione della funivia e inosservanza di basilari misure di sicurezza, dovute al "risparmio" di denaro.
Gli imputati
Davanti al gup Rosa Maria Fornelli compariranno sei persone fisiche e due società: l’ex gestore della funivia Luigi Nerini, l’ex capo servizio Gabriele Tadini, l’ex direttore di esercizio Enrico Perocchio, Anton Seeber, presidente del Cda di Leitner, Martin Leitner e Peter Rabanser, rispettivamente consigliere delegato e addetto al customer care. Imputate come persone giuridiche anche le società Funivie del Mottarone Srl e Leitner Spa.
Le accuse sono, a vario titolo, di attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime. "Il mio assistito sarà in aula – spiega l’avvocato Marcello Perillo, legale di Tadini – e ci difenderemo dalle accuse".