DANIELE DE SALVO
Cronaca

Le mani della ’ndrangheta sulla Lombardia: perché la regione è centrale negli affari dei clan

L’ultima ricerca su economia e criminalità organizzata ha certificato il dominio delle cosche. L’analisi di Nando Dalla Chiesa: la regione si contende con la Calabria il record di fatturato

La Lombardia è il regno della mafia: l’ultima ricerca su economia e criminalità organizzata ha certificato il dominio delle cosche

La Lombardia è il regno della mafia: l’ultima ricerca su economia e criminalità organizzata ha certificato il dominio delle cosche

MILANO – Un far west, una terra un tempo lontana, ma che ormai è stata e colonizzata. È la Lombardia, soprattutto occidentale, conquistata prima a colpi lupara, poi comperata pezzo a pezzo con soldi sporchi.

A trasformarla in cosa loro sono stati gli uomini e le donne della ‘Ndrangheta. "La Lombardia è ormai una regione ad assoluta dominanza ‘ndranghetista. È la seconda regione di ‘Ndrangheta sul piano nazionale, in gara con la regione originaria per il primato del fatturato. La presenza si concentra maggiormente nella Lombardia occidentale": lo spiega Nando Dalla Chiesa, nell’ultima ricerca su mafia e economia in Lombardia, realizzata con Andrea Carnì dell’Università degli Studi di Torino, i ricercatori del Cross, l’Osservatorio sulla criminalità organizzata della Statale di Milano, e i sindacalisti della Cgil.

Approfondisci:

Mafia in Lombardia, non solo edilizia: le mani dei clan su sport e tempo libero. E aumentano i reati-spia

Mafia in Lombardia, non solo edilizia: le mani dei clan su sport e tempo libero. E aumentano i reati-spia

Milano ha un ruolo peculiare, diverso da quello dell’hinterland, e resta la capitale economica, dove la violenza è stata ridotta al minimo. Como e Varese spiccano per abilità dei clan di radicarsi e mettere a frutto la vicinanza alla frontiera. Il Pavese invece attrae proprio perché defilati e, insieme, vicino a Milano. Spazi aggiuntivi si sono creati inoltre nella provincia di Brescia, in particolare sul Garda.

La geografia dell’espansione di boss e picciotti non è più tracciata dal soggiorno obbligato degli affiliati, ma dalle opportunità economiche.

L’edilizia resta uno dei settori privilegiati, con un boom di imprese che aprono e chiudono in breve tempo, specie a Milano, Monza e Varese. Poi c’è la logistica, perché la domanda della grande distribuzione coincide con gli interessi dell’offerta criminale e mafiosa. Senza dimenticare bar e ristoranti tramite cui riciclare denaro illecito, attraverso ristrutturazioni e cambi di proprietà in brevissimo tempo, con operazioni sospette aumentate ad esempio del 62% in provincia di Lecco. E ancora: le società immobiliari, le società sportive dilettantistiche, la sanità, le farmacia e adesso il Pnrr e le Olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026.

"L’economia mafiosa, un tempo circoscrivibile a una cerchia di attività illegali, come droga, estorsioni, gioco d’azzardo, e a un campo ben definito di attività formalmente legali, tra cui movimento terra, edilizia, ristorazione, commercio all’ingrosso, ha ampliato l’area della propria presenza in misura preoccupante... in quasi tutti gli ambiti dell’economia", conferma Nando Dalla Chiesa.