REDAZIONE CRONACA

Smantellata la rete neonazista Werwolf: chi sono gli arrestati e gli indagati a Lecco, Milano e in Brianza

In manette il 50enne Luca Porta di Rho e il 76enne tenore Joe Fallisi originario di Milano. Tra gli obbiettivi anche un attentato contro la premier Meloni. Il reclutamento dei camerati avveniva attraverso canali Telegram

Operazione in mezza Italia contro un gruppo neonazista che progettava una serie di attentati

Operazione in mezza Italia contro un gruppo neonazista che progettava una serie di attentati

Milano, 4 dicembre 2024 – Arresti e perquisizioni anche a Lecco, Milano e in provincia Monza Brianza nell’ambito dell’indagine su gruppo suprematista e neonazista denominato 'Werwolf Division che programmava una serie di attentati anche contro anche contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un economista del World Economic Forum. Tra gli arrestati anche Luca Porta, 50 anni residente a  Rho in provincia di Milano e il 76enne tenore milanese Joe Fallisi. Da circa 10 anni Fallisi si è trasferito in provincia di Brindisi. Tra le contestazioni nei suoi confronti anche quella di essere l'amministratore di un gruppo Telegram per la propaganda della presunta associazione neonazista. Tra gli indagati anche Cristian Molari, 44 anni, residente a Cogliate in provincia di Monza e Brianza, Massimiliano Cristian Borghetti, 54 anni residente a Bosisio Parisi in provincia di Lecco. Matteo Quetti 59 anni residente a Legnano

Gli arrestati

L’operazione della Direzione Nazionale Antimafia e le Direzioni Distrettuali Antiterrorismo delle Procure della Repubblica di Bologna e Napoli ha visto finire in manette 12 persone. In totale sono 25 gli indagati, di età compresa tra i 19 e i 76 anni, alcuni dei quali già sottoposti a perquisizione dalle Digos di Bologna e Napoli nel maggio 2023. Dei 12 presunti appartenenti alla cellula neonazista raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere nell'indagine della Polizia, cinque sono del Bolognese. Si tratta di Daniele e Federico Trevisani, 37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro, Andrea Ziosi, 37 anni, di Bologna, Salvatore Nicotra, 45 anni, di Granarolo Emilia e Alessandro Giuliano, 51 anni, di Galliera. Secondo gli investigatori, Daniele Trevisani e Andrea Ziosi avrebbero ricoperto ruoli di vertice, sia per le attività di propaganda e proselitismo, sia per 'istigare a compiere azioni violentè. Gli altri arrestati sono Luca Porta, 50 anni di Rho (Milano), Simone Sperotto, 19 anni, di Thiene (Vicenza), Valerio Tellenio, 22 anni, di Fano (Pesaro), Pierluigi Cilano, 26 anni, di Palermo, Diego Cavallucci, 44 anni, di Pescara, Davide Armenise, 36 anni, di Bari, Giuseppe Fallisi 76 anni, di Ostuni (Bari). Nel corso delle perquisizioni, a carico dei 25 indagati, sono stati sequestrati non solo cimeli, bandiere e materiale con simboli nazisti o neofascisti, ma anche armi da taglio (coltelli e katane) e armi da sparo.

Le accuse

I 25 indagati sono accusati di "avere, a vario titolo, promosso, organizzato e preso parte all'associazione Werwolf division, successivamente rinominata Divisione Nuova alba'", che "seguendo ideali suprematisti e neonazisti, nella loro espressione più estrema dell'accelerazionismo, e basandosi anche sulla negazione e sull'apologia della Shoah, mirava a sovvertire l'attuale ordinamento per instaurare uno Stato etico ed autoritario incentrato sulla “razza ariana”, anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni".

L’inchiesta

L'inchiesta è nata a seguito di alcuni accertamenti che hanno rilevato diversi contatti tra alcuni dei vertici dell'organizzazione - che, nella sua versione più recente, veniva chiamata dai suoi componenti con il nome di ''Divisione Nuova Alba'' - con i leader di un'altra associazione sovversiva di stampo negazionista e suprematista denominata ''Ordine di Hagal'', attiva sul territorio nazionale e disarticolata a fine 2022 dalla Digos di Napoli.

L’intercettazione

Tra le contestazioni alla cellula neonazista  c'è anche la “preparazione di gravi attentati”, anche nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum”. Da quanto si apprende gli indagati ne avrebbero parlato in alcune conversazioni agli atti. Inoltre sono accusati di attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l'epurazione dei traditori del movimento.

Reclutamento dei camerati

L'attività di reclutamento di quelli che venivano identificati come ''camerati validi e fedeli'' avveniva tramite diversi canali Telegram. ''Nulla sarà compiuto finché i germi del regime liberale non saranno sradicati fino all'ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come è stato tradito, sfruttato e insozzato''.

Questo il messaggio ritrovato dagli inquirenti in uno dei canali. Un'attività di proselitismo che, affiancata a quella di volantinaggio svolta dalla Werwolf Division in diverse province emiliano romagnole, ha convinto il GIP del Tribunale di Bologna ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 appartenenti al gruppo. Altre 13 persone sono state perquisite nell'ambito di un'operazione che, complessivamente, ha coinvolto gli agenti dislocati nelle province di Bologna, Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza.

Werwolf division

Il nome del gruppo neonazista Werwolf Division, è evocativo delle omonime Werwolf Division naziste, costituite negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale per compiere atti di sabotaggio e di guerriglia contro gli Alleati. Secondo quanto emerso dall'attività della Polizia gli indagati nella vicenda erano incardinati in una struttura gerarchica e osservano gli inquirenti in una nota, si distinguevano per ruoli, dal “Comandante” all’ “Editore” e all’”'Istruttore”