Milano – Il motivetto è lo stesso di sempre: razzismo, antisemitismo, apologia del nazifascismo. Sono cambiati però gli strumenti di diffusione dell’ideologia e sono giovanissimi quelli che la propugnano. Dodici studenti italiani di età compresa tra 17 e 24 anni sono indagati per aver diffuso sulla piattaforma di messaggistica Telegram “idee naziste e fasciste fondate sulla superiorità della razza bianca, nonché sull’odio razziale nei confronti degli ebrei”. Non solo, la rete di estremisti si stava organizzando per “commettere atti di violenza per motivi etnici e razziali”.
Anche se in base alle indagini della Polizia postale della Lombardia risulta che i giovani neonazisti non siano mai andati dalle parole ai fatti, alcuni degli indagati sono stati trovati in possesso di armi. Quasi tutti i membri del gruppo, si è scoperto, sono studenti universitari iscritti a varie facoltà, tra cui Lingue, Storia, Filosofia, Lettere Classiche e Veterinaria. Il più grande, di 24 anni, è residente nella provincia di Como ed è l’unico che lavora come frontaliero in una fabbrica in Svizzera. Soltanto uno è minorenne: un diciassettenne che frequenta ancora le superiori per cui sta procedendo la Procura per i minori.
Nostalgia di Hitler
L’operazione, denominata “Genus Album”, ha portato a diverse perquisizioni in Lombardia, Lazio, Veneto,Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata: sono state trovate e sequestrate diverse armi, tra cui tre fucili da caccia, un tirapugni, nonché armi ad aria compressa, oltre che bandiere con i simboli del nazismo e del fascismo e volantini di propaganda. Rinvenute anche diverse copie del Main Kampf, il libro pubblicato in Germania nel 1925 nel quale Adolf Hitler espose il suo pensiero politico. Le indagini sono state coordinate dal pubblico ministero Leonardo Lesti ed eseguite dal centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia postale della Lombardia insieme alla Divisione investigazioni generali ed operazioni speciali (Digos).
Canali estremisti
I giovani si trovavano su canali Telegram chiamati tra gli altri “Tricolore del sangue italico”, “Ordine Attivo Terzista”, “Spirito Fascista”, “Rinascita Popolare Italiana” e “Sangue e Suolo”. All’interno, pubblicavano “contenuti nazionalsocialisti, suprematisti, razzisti ed antisemiti” e “continui incitamenti alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali ed etnici”, con “esplicita istigazione al compimento di atti di violenza nei confronti di appartenenti gruppi etnici solitamente osteggiati dall’ideologia nazionalsocialista e suprematista”. Non risulta, come anticipato, che siano mai passati all’azione compiendo azioni violente.
“Fuori dal virtuale”
Anche se la violenza è rimasta circoscritta all’ambiente online, dalle conversazioni intercettate della Polizia postale di Milano è emerso che l’intento era “tirare fuori i camerati dal virtuale”. Gli accertamenti sono partiti nel dicembre 2023 e sono terminati il 25 settembre scorso. Alcuni indagati si sarebbero anche incontrati di persona per organizzare “azioni concrete per cambiare lo stato delle cose”, spiegano gli inquirenti. “La mera appartenenza ai gruppi Telegram, infatti, veniva ritenuta del tutto insufficiente se non accompagnata da un impegno concreto nel mondo reale”.