Milano, 4 luglio 2024 – Muri di neve alti come palazzi di dieci piani. Sui bacini glaciali sulle montagne lombarde, in una lunga stagione invernale che sembra non voler finire mai, sono caduti dai 20 ai 40 metri di neve cumulata. Sono una massa d’acqua enorme, pari fino a più di 4 tonnellate o 4mila litri di riserva idrica per ogni metro quadrato di manto nevoso, mai così tanti almeno negli ultimi 10 anni.
La neve disciolta permetterà di alimentare per tutta estate falde, fiumi, laghi e quindi di dissertare, irrigare e alimentare impianti idroelettrici. La siccità delle ultime due annate dovrebbe quindi essere solo un ricordo.
Nella zona del Bernina sono stati misurati quaranta metri di di neve cumulata: l’anno scorso ne erano caduti diciassette metri nel 2016 dieci. Sui ghiacciai dell’Adamello e Pisgana la neve cumulata ha invece raggiunto tra 26 e i 29 metri, mentre in Alta Valtellina, sui ghiacciai di Dosegù e Vioz, ne sono caduti complessivamente “solo“ 20, il dato più basso in Lombardia. La differenza di innevamento tra i vari settori è dovuta principalmente alla combinazione di due fattori: la quota, cioè il limite delle nevicate, e conformazione geografica delle vallate. "Valori compresi tra 40 e 20 metri di neve cumulata sui bacini glaciali lombardi, equivalenti a 4.201 e 1.975 kg/m² di riserva idrica del manto nevoso, lo Snow Water Equivalent”, annunciano da Arpa Lombardia.
“La stima del contenuto idrico della neve su scala regionale consente di valutare la quantità totale di equivalente in acqua immagazzinata nella neve e la sua distribuzione spaziale - rispondono sempre da Arpa -. Questo parametro ha grande importanza nel bilancio idrologico, in quanto rappresenta una riserva idrica che ha capacità di rilascio graduale ed è al tempo stesso un fattore da monitorare nella catena di controllo e di allertamento idrogeologico".
La corretta stima della riserva idrica disponibile interessa sia gli operatori energetici per poter programmare per quanto possibile la produzione idroelettrica. “Le caratteristiche fisico-meccaniche della neve sono ottime – concludono dal Centro Nivometeorologico – con manto nevoso denso e compatto in grado di resistere ai primi caldi estivi”.