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Reintegro medici no vax: in Lombardia non saranno a contatto con fragili

Il neo assessore Bertolaso: "Andranno a svolgere delle funzioni, ma noi dobbiamo salvaguardare i pazienti". Approvata all'unanimità mozione del dem Astuti

Milano - In Lombardia sono in tutto 679 gli operatori sanitari non vaccinati contro Covid-19 interessati dal reintegro deciso dal nuovo Governo: 19 sono medici, 4 alti dirigenti non medici, 245 infermieri-ostetrici, 67 tecnici sanitari, 145 operatori socio sanitari, 129 amministrativi, 68 tecnici non sanitari e 2 ricercatori. I numeri sono stati forniti dal neo assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, rispondendo oggi in Consiglio regionale a un'interrogazione di Michele Usuelli di +Europa/Azione su quali linee di indirizzo intenda seguire la Regione Lombardia nel contrasto alla pandemia, con particolare riferimento alle scelte assunte dal governo Meloni, che ha decretato lo stop all'obbligo vaccinale per il personale sanitario. Ma come avverrà il reintegro in Lombardia?

La mozione

Bertolaso ha spiegato che il reintegro avverrà "garantendo la maggior tutela sia degli utenti che degli operatori sanitari". Il Consiglio regionale della  Lombardia ha approvato all'unanimità una mozione presentata dal consigliere regionale del Pd, Samuele Astuti, che impegna la giunta a non reintegrare gli operatori sanitari no-vax nei reparti con pazienti fragili. La mozione fa seguito alla decisione del governo di anticipare al primo novembre il termine ultimo per l'obbligo vaccinale per tutti gli operatori della sanità, prima previsto per il 31 dicembre prossimo. 

Nessun contatto con fragili e immunodepressi

Bertolaso ha spiegato che i medici no-vax che saranno reintegrati "andranno a svolgere delle funzioni, ma noi dobbiamo salvaguardare i pazienti, per cui non avranno contatti con fragili e immunocompromessi". "Il governo ha preso delle decisioni - ha ribadito - è una legge dello Stato e da funzionario devo seguirla. Il problema non è il reintegro di alcuni medici o infermieri, ma garantire la salute di tutti". 

Il percorso di Bertolaso

L'ex numero uno della Protezione Civile approdato in Lombardia nel pieno dell'emergenza nel marzo 2020 è stato in questi anni in prima linea nella gestione della pandemia sul territorio. Il suo primo compito è stato quello della creazione dell'ospedale in Fiera a Milano, dedicato integralmente ai pazienti Covid. Successivamente è tornato al lavoro in regione con la campagna vaccinale, lavorando fianco a fianco con il governatore Attilio Fontana e con Letizia Moratti (che si è dimessa il 2 novembre, facendo scattare la nomina di Bertolaso alla sanità). 

Quanti medici mancano in Regione?

Come spiegato da Bertolaso in Lombardia il fabbisogno scoperto di personale sanitario è di 1.120 dirigenti medici e 1.521 infermieri, di cui 58 infermieri di famiglia (secondo l'ultimo aggiornamento di agosto a cui ha fatto riferimento il neo assessore al Welfare). "Conoscere il loro numero", quello dei 'camici' mancanti, "è stata la prima richiesta che ho avanzato appena arrivato ieri mattina" perché "è un'informazione necessaria per poter avviare la programmazione - ha sottolineato Bertolaso - La dotazione organica per il 2022-2023 si attesta a 17.534 dirigenti medici e 42.402 infermieri, di cui 1600 infermieri di famiglia".

Il debutto

Per il neo assessore oggi è stato il giorno del debutto in Consiglio Regionale. "Il Consiglio regionale per me è sacro - ha spiegato -. Quindi, ogni volta che sarò chiamato a dare risposte, informazioni e chiarimenti sarò sempre a disposizione per affrontare insieme i temi fondamentali della sanità lombarda e i suoi sviluppi futuri. Non mi sottrarrò ad alcuna domanda, sono un medico, sono un tecnico e ho affrontato le tematiche riguardanti il Covid. Credo di avere buone conoscenze sulle misure da adottare per fronteggiare queste problematiche e per guardare avanti con tranquillità".