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L'auto "inghiotita" dal cedimento di parte del cavalcavia
Novara, 10 ottobre 2022 - Prime ipotesi sul crollo parziale del cavalcavia XXV aprile domenica a Novara, almeno secondo un documento datato 2014. Potrebbe essere il cedimento del terreno la causa. Lo si deduce dalla lettura di un documento ufficiale del Comune di Novara, consultato dall'Agi, che risale al settembre 2014. Circa un anno prima, nel dicembre 2013, il cavalcavia era stato messo sotto osservazione per un dissesto rilevato sul manto stradale della corsia destra, "associato - si legge nella relazione - a una traslazione verso l'esterno del marciapiede contiguo". La corsia è la stessa interessata dal crollo di ieri, ma in occasione dell'intervento di otto anni fa il tratto era quello sul lato verso il centro città.
La valutazione del rischio spinse l'allora assessore ai lavori pubblici, Nicola Fonzo, oggi capogruppo del Pd all'opposizione, a decidere prima un restringimento della carreggiata per ridurre il carico sul lato più fragile, e poi ad affidare i lavori di consolidamento, realizzati sulla base di un progetto redatto dall'ingegnere strutturista allora in forza all'Ufficio Tecnico, Gianpaolo Armentano. Il progetto prende le mosse da un'analisi molto attenta delle caratteristiche tecniche del ponte e dall'approfondimento delle cause del dissesto rilevato.
Proprio lo studio preliminare indica con chiarezza le cause del fenomeno. "Tali cause - scrive lo strutturista - sono state individuate nella natura del terreno, il quale presenta scarse caratteristiche di portanza, soprattutto per lo strato iniziale, dell'ordine del metro e mezzo, immediatamente sotto l'elemento strutturale di fondazione".
Il ponte in sostanza poggia su un terreno "di riporto sabbioso argilloso" che "continua a subire deformazioni permanenti". E, aggiunge la relazione, "Il fenomeno delle deformazioni incrementali potrebbe continuare indefinitamente fino a portare il manufatto ad una condizione di perdita di equilibrio e conseguente crollo". Una previsione che suona sinistra alla luce di quanto accaduto ieri. Tra il 2015 e il 2016, il Comune diede seguito alle indicazioni del progetto di consolidamento e intervenne nel tratto interessato dai cedimenti.
Due le operazioni effettuate: "l'applicazione di tiranti trasversali passanti in orizzontale attraverso il rilevato e il consolidamento del terreno mediante iniezioni di resine espandenti". Il completamento dei lavori restituì sicurezza al tratto messo sotto osservazione, tanto che fu autorizzata, a seguito delle adeguate verifiche e collaudi, la completa riapertura al traffico. Tra l'altro la nuova amministrazione di centrodestra, nel 2016, sostitui' l'impianto semaforico esistente all'imbocco del cavalcavia con l'attuale rotonda.
La relazione di progetto del 2014 rivela anche un altro particolare importante: nel 1990, quindici anni dopo l'apertura del cavalcavia inaugurato nel dicembre 1974, una problematica del tutto analoga a quella sanata nel 2015 e verosimilmente anche a quella che ha causato il crollo di ieri, ha interessato "i muri andatori nel tratto che incrocia via San Giulio", cioè' lo stesso tratto che ieri ha ceduto di schianto. In quella occasione si era realizzato un consolidamento mediante "l'esecuzione di micropali di sottofondazione e tiranti di ancoraggio per i muri in elevazione".