Cambiamenti climatici alla base dei temporali violenti? Recenti studi compiuti dallo European Severe Storm Laboratory hanno dimostrato una correlazione tra il cambiamento climatico in atto, in termini di aumento delle temperature, e l’intensità degli eventi temporaleschi. Lo spiega il report Snpa “Il clima in Italia nel 2023” presentato ieri da Ispra, che ha dedicato alla Lombardia un focus sui violenti eventi temporaleschi di luglio 2023. Come ricorda il report, l’intero mese di luglio in Lombardia si è contraddistinto per tre intense e prolungate fasi temporalesche, in grado di impattare il territorio con grandine di diametro fino a 10-12 cm, raffiche di vento oltre i 100 km/h e più di 150 mila fulmini. Ingenti i danni, stimati in circa 1,7 miliardi di euro su oltre 500 comuni interessati.
Cosa è accaduto? La formazione di temporali estesi e violenti sul Nord Italia è sempre successiva all’accumulo di enormi quantità di energia, immagazzinata in Pianura Padana sotto forma di calore e umidità. Come si è reso possibile l’accumulo di così tanta energia e per un periodo così lungo? Le cause sono da attribuire al costante afflusso di aria molto calda e umida dal Mediterraneo, che per l’intero mese è stato interessato a più riprese dall’espansione di un campo di alta pressione dal Nord Africa. Affinché questa energia venga liberata è però necessario il contrasto e il contestuale sollevamento dell’aria calda e umida da parte di una massa d’aria con temperatura più fresca, che in estate è spesso rappresentata da venti provenienti dall’Oceano Atlantico; più il contrasto è acceso e prolungato, più i temporali risultano estesi e intensi.
Ragionando per analogie, la Pianura Padana si è ritrovata come un serbatoio continuamente rabboccato da nuovo carburante, puntualmente convertito in energia temporalesca dalla spinta di venti nord-occidentali in discesa dall’oceano in direzione delle Alpi. Nel complesso, si parla di 1,7 miliardi di euro di danni, di cui 1,4 miliardi di euro per il comparto privato.
Particolarmente colpite le province di Brescia, Como, Cremona, Mantova, Milano, Monza e Brianza e Varese. Importanti gli impatti al servizio di fornitura di energia elettrica: E-distribuzione, ad esempio, ha segnalato circa 6 milioni di euro di danni alla rete di media e bassa tensione. Il quadro aiuta a leggere meglio anche presente e futuro. "Attraverso strumenti di rianalisi si nota una frequenza triplicata degli eventi di grandine di grosse dimensioni (oltre 5 cm) rispetto agli anni ’50, confermando come il Nord Italia possa essere considerato un "hotspot" per questa tipologia di fenomeni. Con riferimento agli scenari modellistici più aggiornati, sul lungo termine (2071-2100) è lecito attendersi non solo un ulteriore aumento della frequenza di grandinate tra il 40 e l’80%, ma anche un aumento degli episodi di vento (raffiche da temporali) e di pioggia intensi", conclude l’indagine.