Mentre la variante Omicron continua la sua corsa in tutta Europa, al centro dell'attenzione del mondo scientifico c'è anche B.1.640.2 (battezzata "Ihu)", una nuova variante del coronavirus Sars-CoV-2 rilevata nel Sud della Francia ad inizio dicembre. Unico studio preliminare sulla nuova variante è una ricerca - non ancora convalidata da istituzioni scientifiche - dei medici di Marsiglia, i quali affermano che la variante è provvista di 46 mutazioni e 37 soppressioni immunitarie, di cui 23 localizzate sulla proteina spike. Si tratterebbe di una sotto-variante della B.1.640, identificata in Francia a fine ottobre ma già isolata in Congo a fine settembre. L'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sta vigilando su B.1.640.2 per quanto "non stia circolando molto attivamente".
La responsabile epidemiologa dell'Organizzazione mondiale della sanità, Maria Van Kerkhove, ha spiegato che "questa variante rappresenta meno dell'1% dei casi in Francia. Ci sono due sottovarianti, la B.1.640.1 e la B.1.640.2, ed è importante che le seguiamo, per la quantità delle mutazioni, ma non sta circolando molto attivamente". In Francia è ormai largamente dominante Omicron, il cui picco è atteso in dieci giorni. "Penso che stiamo arrivando al picco di questa nuova ondata", ha affermato Alain Fischer, (uno dei responsabili della strategia anti-Covid nel Paese d'Oltralpe) a Lci Tv, precisando che è atteso "verso l'inizio della seconda quindicina di gennaio", quindi in circa "10 giorni". Ieri la Francia ha registrato 261.481 casi di Covid, ben al di sotto del record di 332 mila contagi di mercoledì.
L'esperto Massimo Galli, già primario di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ha spiegato di osservare "con curiosità e attenzione la nuova variante Ihu, sequenziata in Francia" di cui al momento non è possibile prevedere l'evoluzione. "Può essere una delle tante che nascono e muoiono senza creare molti problemi o, che al contrario, preoccuperà". Ma la soluzione, aggiunge Galli, "è sempre la stessa: finché non vacciniamo a fondo il mondo, anche l'Africa, e se non cominciamo a sviluppare capacità tecnologiche da consentire di avere combinazioni vaccinali in grado di essere rapidamente aggiornate rispetto alle varianti che emergono, questo virus non si ferma".
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, "prima di preoccuparci per la nuova variante del Covid individuata nel Sud della Francia "aspettiamo di capire che cos'è, in questa fase ancora non si sa. Certo, il fatto che presenti più mutazioni rispetto a Omicron non è una cosa piacevole". "Di varianti ne abbiamo censite tante, più di 900 - ha aggiunto l'esperto - sono alcune variazioni sul tema, vediamo l'aspetto positivo: siamo in grado di individuarne anche grandi numeri, aspettiamo di capire".