STEFANIA TOTARO
Cronaca

Omicidio Sofia Castelli, niente ergastolo per Zakaria Atqaoui anche se ha ucciso la ex "con coscienza e volontà". La rabbia della famiglia

Ma la Corte di Assise ha evitato il carcere a vita al 23enne per il comportamento collaborativo, la giovane età, lo stato di incensuratezza e la sua storia familiare disagiata e difficile. Condannato a 24 anni

Sofia Castelli, brutalmente assassinata dal suo ex

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Cologno Monzese (Milano), 30 Giugno 2024 - Zakaria Atqaoui ha ucciso "con coscienza e volontà" Sofia Castelli. Ma merita le attenuanti generiche per il suo "comportamento collaborativo" e per la giovane età dell'imputato, che "risulta incensurato e alla prima esperienza giudiziaria", nonchè per la sua storia familiare, apparsa "particolarmente disagiata e difficile".

Con queste motivazioni la Corte di Assise di Monza, presieduta da Carlo Ottone De Marchi e con a lato il collega Guglielmo Gussoni, ha evitato l'ergastolo al 23enne che all'alba del 29 luglio ha ucciso con 8 coltellate nel sonno la ex 20enne dopo essersi nascosto nell'armadio della casa della ragazza.

Il giovane italo-marocchino, senza una famiglia (nel lockdown per il Covid era stato ospitato a casa Castelli), detenuto in carcere e imputato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, futili motivi e uso del mezzo insidioso, quello di nascondersi nell'abitazione della vittima per tenderle l'agguato mortale, è stato condannato a 24 anni di reclusione. Al processo si sono costituiti parti civili familiari e parenti di Sofia, oltre all'amica Aurora Fiameni, che dormiva nella stanza accanto quando la giovane è stata uccisa, nonchè il Centro Antiviolenza di Milano che tutela le vittime di abusi. Tutti hanno ottenuto dai giudici, almeno sulla carta, risarcimenti dei danni o provvisionali.

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Ma quello che voleva chi ha conosciuto Sofia era la condanna all'ergastolo come chiesto dalla pm monzese Emma Gambardella. E alla lettura della sentenza dall'aula erano partiti insulti, proteste e lacrime. Per la Corte l'imputato, che spinto "da fortissima e ingiustificata gelosia" ha ucciso "con efferatezza una ragazza giovanissima all’inizio della carriera universitaria", ha però subito dopo il delitto fermato una pattuglia della polizia locale "assumendosi le sue responsabilità" e "permettendo alle Forze dell'ordine di intervenire prontamente all'interno dell'abitazione" e poi "ha ricostruito i dettagli del delitto, compresi quelli che hanno portato ad alcune aggravanti che non sarebbero state dimostrate senza il suo racconto". "Ci aspettavamo una sentenza diversa, tra 24 anni Sofia sarebbe stata una cinquantenne", ha commentato Aurora, che si era offerta di dormire con la 20enne, sola in casa, dopo una serata in discoteca. Nessun commento dal padre di Sofia che, insieme alla moglie, non hanno mai voluto esprimere a parole il loro immenso dolore e quello dell'altro figlio ancora minorenne.

Mentre i legali di famiglia, gli avvocati Giuseppe Policastro e Gabriele Maria Vitiello, hanno intenzione di ricorrere in appello sostenendo che "i giudici hanno valutato positivamente il comportamento processuale dell'imputato, che ha confessato e che ha accettato di evitare l'istruttoria del processo, ma non crediamo che il fatto sia stato valutato adeguatamente e non riteniamo che la loro sia una sentenza giusta perchè con quello che ha fatto, lui ha distrutto più famiglie".

"La sentenza ha tenuto conto della realtà effettiva dei fatti e dello stato particolare di questo giovane sulla capacità di preordinare quanto ha commesso", ha detto invece l'avvocato Vainer Burani, difensore con il gratuito patrocinio del 23enne, per cui aveva chiesto "una pena equa senza aggravanti". "Ha commesso un fatto orribile ma lui dice che gli è scattato qualcosa in testa quando ha capito che l'amica di Sofia non se ne sarebbe andata via. Voleva ancora parlarle, anche se Sofia era già stata chiara e non voleva più tornare con lui".

Era stato lo stesso Atqaoui la mattina dell'omicidio a fermare una pattuglia della polizia locale e, ancora sporco di sangue, a confessare di avere ucciso la ex. I due ragazzi avevano avuto una relazione sentimentale, che poi la giovane aveva voluto interrompere perchè lui era "possessivo ed ossessivo". Il 23enne però non aveva mai accettato questa decisione ed era convinto che la 20enne frequentasse un altro ragazzo. "Giuro che me la paga", aveva scritto col telefonino a un amico. Così, alcuni giorni prima di quel sabato, Zakaria era riuscito a farsi aprire la porta di casa da Sofia, con la scusa di mangiare insieme un dolce che le aveva portato, e ad impossessarsi del mazzo di chiavi che ha poi usato per entrare di nascosto nella casa dell'ex fidanzata.