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Omicidio suicidio nel Viterbese: "Venite, papà ha ucciso mamma". Poi lui si spara

Tragedia a colpi di fucile da caccia. La telefonata disperata della figlia della coppia in fase di separazione. Si indaga su chi ha fornito l'arma

Un flash mob contro la violenza sulle donne

Viterbo, 26 settembre 2021 - Ha premuto il grilletto prima contro la moglie e poi ha puntato il fucile da caccia contro si sé. Dramma ieri sera in un piccolo borgo del viterbese. Il 65enne Ciriaco Pigliaru, origini sarde, ha ucciso la moglie Anna con un colpo di arma a canna lunga e poi si è tolto la vita con lo stesso fucile, davanti a una delle figlie. È accaduto poco dopo le 20 a Castel Sant'Elia, un paesino a pochi chilometri da Nepi. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo ha aspettato in un angolo del giardino che la donna e la figlia rientrassero nella casa che si trova in aperta campagna, in cui lui non viveva da giugno, e sbucando nel buio ha sparato a distanza ravvicinata.

A dare l'allarme la ragazza che, disperata, ha chiamato i soccorsi. Una drammatica telefonata in cui ha raccontato quello che era appena successo. All'arrivo dei soccorritori nell'abitazione, per la coppia non c'era più nulla da fare. Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Civita Castellana. Rimangono ancora da chiarire i motivi del gesto. Dalle prime informazioni sembra che la coppia stesse in fase di separazione e che proprio per questo motivo l'uomo da qualche mese non vivesse più con la moglie. A quanto ricostruito dagli investigatori, sembra però che non ci fossero state avvisaglie che potessero far presagire un epilogo del genere.

Sono in corso anche accertamenti sull'arma, un fucile da caccia, per capire la provenienza. Al momento non risulta, infatti, che il 65enne avesse armi. Sotto shock l'intero paese dove la coppia con le due figlie vivevano da tempo. «Un dramma che ci coinvolge: la morte improvvisa dei coniugi, Ciriaco e Anna, qualcosa di tragico per tutta la nostra comunità» ha scritto su Facebook Vincenzo Girolami, sindaco di Castel Sant'Elia. «Le parole sono strette, soprattutto nei momenti come questi - ha aggiunto il sindaco -. Esprimiamo il nostro cordoglio alle figlie, Valentina e Valeria, e a tutti gli altri familiari».

Ciriaco Pigliaru era arrivato a Castel Sant'Elia da bambino e, insieme al padre e al fratello, aveva messo in piedi un'azienda agricola. Poi l'incontro con Anna, il matrimonio e la nascita delle due figlie. Pochi anni fa la decisione di aprire una tabaccheria per iniziare una nuova vita. E quello di ieri sera è solo l'ultimo di una serie di femminicidi avvenuti negli ultimi mesi in Italia. Una lunga scia di sangue e violenza. Un crimine «odioso», una «vera e propria piaga sociale», con numeri «incredibili e drammatici nei soli mesi di agosto e settembre di quest'anno: 11 donne uccise, 8 per mano del coniuge o comunque di persona legata alla vittima da una relazione affettiva», ha detto solo due giorni fa il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nel corso di un convegno alla Camera.

In quell'occasione Lamorgese ha sostenuto la necessità di «ripensare le misure di prevenzione, con l'estensione mirata dell'arresto obbligatorio in flagranza, l'introduzione di una specifica disciplina sul fermo dell'indiziato, mentre la tutela delle vittime potrebbe avvalersi di un indennizzo più sostanzioso da attribuire». Dal primo gennaio di quest'anno al 19 settembre - indicano i dati del report settimanale del Dipartimento della Pubblica sicurezza - sono stati registrati 206 omicidi, con 86 vittime donne (+1 rispetto allo stesso periodo del 2020), di cui 73 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Nel 2020 gli omicidi volontari ai danni di donne sono stati 116, cinque in più rispetto al 2019.

"Non ce lo saremmo mai aspettato - dice una donna che, con la macchina, transita vicino alla villetta dove abitavano la vittima e l'uomo suicida - conoscendolo sapevo che c'erano dei problemi nella coppia, ma non avrei mai immaginato questo". Secondo l'AGI, sarebbero in corso indagini per risalire a chi ha fornito all'uomo l'arma del delitto, visto che il 64enne non deteneva armi.