REDAZIONE CRONACA

Uccise il marito e nascose il cadavere: casalinga condannata a 18 anni

La donna era accusata di occultamento di cadavere e omicidio con le aggravanti della premeditazione, delle condizioni di minorata difesa della vittima, che soffriva di una forma di schizofrenia paranoide, e del vincolo coniugale

Il luogo del ritrovamento del cadavere e le indagini del Ris davanti alla casa

Trezzano sul Naviglio, 14 gennaio 2016 - Arrestata nell'aprile scorso con l'accusa di aver soffocato il marito nascondendone il cadavere, è stata condannata in mattinata la casalinga 53enne Lucia Fiore. La pena ammonta a 18 anni di carcere, sentenza in rito abbreviato. Riccardo Rossi, 57 anni tassista, fu ucciso il 16 settembre 2014 e poi abbandonato in un borsone lungo la strada. Condanna pronunciata dal gup di Milano Maria Vicidomini, a seguito dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Paola Pirotta. Lucia Fiore era accusata di occultamento di cadavere e omicidio con le aggravanti della premeditazione, delle condizioni di minorata difesa della vittima, che soffriva di una forma di schizofrenia paranoide, e del vincolo coniugale. Il giudice ha riconosciuto all'imputata le attenuanti generiche, mentre una perizia psichiatrica chiesta dalla difesa aveva stabilito la sua piena capacità di intendere e di volere al momento del fatto.

Secondo quanto è emerso dalle indagini, la casalinga avrebbe ucciso il marito a causa della difficile convivenza con l'uomo, a cui era stata diagnosticata da tempo la schizofrenia. Gli avrebbe prima somministrato una forte dose di farmaci che il marito assumeva regolarmente e poi, mentre dormiva, lo avrebbe soffocato con un sacchetto di plastica per la spazzatura. Dopo l'omicidio, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, la casalinga avrebbe nascosto il cadavere in un borsone, gettandolo sul ciglio di una pista ciclabile dove è poi stato ritrovato nei giorni successivi. Per caricare il corpo nel bagagliaio della sua auto, però, Lucia Fiore avrebbe chiesto aiuto ad un vicino romeno che abitava nello stesso condominio di via Monteverde, dove la coppia viveva.

Ed è stato proprio il vicino, insospettito quella sera dal peso e dalla forma del borsone, a chiamare i carabinieri dando così il via alle indagini. Il giudice nel corso del processo abbreviato (a porte chiuse e con lo sconto di un terzo sulla pena) ha dato l'ok alla perizia psichiatrica sulla donna che era stata richiesta dal suo difensore, l'avvocato Giuseppe Oliva. Perizia che, tuttavia, ha stabilito che la casalinga non aveva alcun vizio di mente quando ha ucciso. Nel processo, tra l'altro, rappresentato dall'avvocato Marzia Simionato, si è costituito parte civile nei confronti della madre il figlio della coppia, che ha 13 anni, e il gup con la sentenza gli ha riconosciuto una provvisionale di risarcimento a carico della madre.