Osnato (FdI): “Pensioni minime a mille euro entro fine legislatura”

Il deputato di Fratelli d’Italia, presidente della VI Commissione Finanze della Camera: “Recuperiamo potere d’acquisto”

Roma, 25 ottobre 2024 – Onorevole Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze di Montecitorio e responsabile economico di Fratelli d’Italia, i tre euro di aumento delle pensioni minime non suonano un po’ derisori?

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Marco Osnato, presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati

“Nessuno vuole sostenere che si sia recuperato tutto il potere di acquisto e che le pensioni minime siano sufficienti. La rivalutazione però non solo è stata piena, ma superiore al 120% rispetto all’indice Istat. L’anno scorso l’aumento è stato più alto perché l’inflazione era più alta. Abbiamo recuperato buona parte del potere di acquisto e qualsiasi risorsa in più che troveremo sarà aggiunta. L’obiettivo di legislatura restano le minime a mille euro e faremo il possibile per realizzarlo”.

Sulla sanità, invece?

“C’è un gioco della parti che talora appare strumentale. Avevamo previsto nella scorsa legge di bilancio di 1.250 milioni, cui se ne aggiungono 1.700 in questa: si arriva a 3 miliardi. A chi evoca calcoli strumentali, rispondo che rispetto all’ultimo governo pre-Covid la spesa sanitaria pro capite è aumentata di 400 euro. è sufficiente? No. Dato il contesto, però, sta di fatto che ognuno di noi ha soldi in più”.

Rimane il problema delle assunzioni e del personale, che sciopera il 20 novembre.

“Non sottostimiamo quel che chiedono medici e infermieri. Non mi sembra un problema che nasce oggi e le Regioni, sia di destra che di sinistra, fanno ogni sforzo: è stato tolto il numero chiuso alle facoltà di Medicina e c’è uno stanziamento ad hoc per medici di pronto soccorso in prima linea”.

La sofferenza del comparto pubblico, compresa la scuola, non mette a rischio tenuta e autorevolezza degli istituti del welfare?

“Sono convinto che sanità, scuola, trasporti, pubblico impiego in generale, siano essenziali. In questi mesi abbiamo chiuso una serie di contratti aperti da tanto tempo. Bisogna anche vedere da dove si partiva, non solo dove si vuole arrivare, cosa che le opposizioni omettono un po’ strumentalmente”.

E le preoccupazioni delle imprese su Industria 5.0.?

“È la prima incentivazione che unisce transizione ambientale e digitale, per un ammontare di 6,3 miliardi. È stato complicato e stiamo facendo un lavoro di semplificazione”.

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Quanto frena gli investimenti il nuovo patto di stabilità?

“È un dato evidente a tutti. Intanto, però, se è vero che dobbiamo recuperare 13 miliardi per il Patto, quest’anno pagheremo ben 38 miliardi di rientro del Superbonus. Ciò premesso, l’Europa dovrebbe fare un po’ di mea culpa per l’involuzione che ha mortificato la produzione interna rispetto all’aggressione dei mercati esterni. Non c’è nessuno più europeista di noi su equità fiscale, sostegno alla crescita e contro il dumping interno. Vogliamo un’Europa che faccia l’Europa e non regali alla Cina”.