Sumirago (Varese) - Un inizio quasi in sordina, poi un lento ma costante adattamento che, a metà delle tappe disputate (la settima sulle quattordici in programma ieri è stata annullata a causa delle avverse condizioni meteorologiche), lo ha portato a ridosso della settantesima posizione nella classifica riservata alle moto Rally2, un gradino sotto alla Rally GP dei professionisti, a bordo della Honda 450 RS Racing, sulla quale ha già fatto conoscenza delle tipiche disavventure che hanno reso mitica la Dakar nei suoi 45 anni di storia.
La prima volta di Missoni jr alla Dakar
La prima volta di Ottavio Missoni junior nel raid più celebre al mondo vive di continui colpi di scena, che si susseguono come in un film di cui il varesotto è protagonista. Come nella terza tappa, quando il 38enne si è fermato lungo il percorso per aiutare il lecchese Eufrasio Anghileri, rimasto in panne. Una perdita pesante in termine di minuti, che non sono stati sottratti dagli organizzatori perché si trattava di un guasto meccanico e non di un infortunio fisico. Ma il puro spirito sportivo fa parte del dna di Ottavio, nipote d’arte (il nonno partecipò alle Olimpiadi nel 1948 nell’atletica leggera giungendo sesto nei 400 metri ostacoli, prima di diventare una firma iconica nella moda mondiale), che ha abbandonato momentaneamente l’azienda di famiglia, nella quale lavora, per inseguire il sogno di arrivare in fondo ad una sfida che prevede 8.500 chilometri complessivi fra canyon immensi e lunghe lingue di sabbia, per oltre 4.700 chilometri cronometrati.
La lezione del nonno
«Mio nonno mi ha insegnato a credere e a vivere il momento giusto, è stato un po’ la fonte di ispirazione. Mio papà invece è stata la prima persona a mettermi su una moto, con lui ho condiviso tanti chilometri in sella, avremmo voluto compiere questa impresa insieme". Un sogno che si è spezzato quando dieci anni fa il padre Vittorio perse la vita in un incidente aereo, e il decennale della scomparsa guardacaso è giunto il giorno della quarta tappa. "Andando verso la partenza non sono riuscito a trattenere l’emozione - ha raccontato Ottavio jr -. Mi manca tantissimo mio padre ma poi durante la prova ho sorriso immaginandolo guardarmi con un po’ di invidia danzare tra le dune da lassù". E non di sole danze si vive nella pancia della carovana: Missoni è stato vittima di un investimento nel corso del trasferimento nella sesta tappa. "Un piccolo incidente che fortunatamente non ha avuto conseguenze - ha raccontato al suo team -, sarebbe stato un peccato fermarsi. Sono qua e voglio godermela, papà mi ha sempre detto di vivere tutto con serenità e di non prendersi mai sul serio. Le moto sono la mia passione, tutti i partecipanti meritano di arrivare fino in fondo".
I precedenti
Missoni durante l’anno è occupato a tempo pieno nell’azienda di famiglia, ma riesce ugualmente a ritagliarsi il tempo per un’attività che richiede allenamento, dedizione e sacrificio, oltre a una certa serie di risultati senza i quali non è possibile ottenere il patentino per la partecipazione alla Dakar. Nel 2017 ottenne il passaporto per la partecipazione a cui dovette rinunciare per motivi personali, il Rally dell’Andalusia del 2022 concluso al dodicesimo posto gli ha concesso un’altra opportunità stavolta presa al volo, per la quale ha seguito una dieta particolare, potenziando sia il lavoro in palestra sia quello sulle piste da cross di Gazzada e del Ciglione, assistito dal personal trainer Mattia Borello.
Obiettivo: concludere il rally
La sua Honda utilizza la livrea del marchio varesino Lucky Explorer di MV Agusta, quello delle mitiche Cagiva Elefant con cui Edi Orioli trionfò due volte nel 1990 e 1994, e gli è stata venduta da un amico storico di papà Vittorio: "L’ho comprata dal concessionario Macchion di Legnano ma al ritorno dalla Dakar dovrò rivendergliela. Questa è un’avventura ed è con questa filosofia che voglio affrontarla. La classifica è secondaria, l’obiettivo è concluderla, abbandonando le comodità per sfidare i propri limiti". E magari festeggiare il raggiungimento del traguardo previsto a Dammam domenica 15 gennaio con un bel viaggio, magari in Mongolia, già raggiunta con la sua fidanzata "anni fa a bordo di una Fiat Panda".