Parigi - Sette ex terroristi sono stati arrestati a Parigi dalle autorità francesi su richiesta dell'Italia. L'operazione denominata "Ombre Rosse", secondo quanto si apprende da fonti italiane, è stata condotta dall'Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l'Antiterrorismo della Polizia italiana e con l'esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.I sette ex membri delle Brigate Rosse italiane, condannati in Italia per atti di terrorismo commessi negli anni '70 e '80. Altre tre persone sono ancora ricercate. Lo ha reso noto la presidenza francese.
La decisione di trasmettere alla giustizia i dieci nomi (sulle 200 persone che l'Italia da anni reclama dalla Francia) e' stata presa dal presidente Emmanuel Macron. Gli italiani fermati questa mattina in Francia compariranno entro 48 ore di fronte alla procura generale della Corte d'appello di Parigi, prima che un giiudice stabilisca le misure cautelari (la conferma dell'arresto o il rilascio condizionale) che rimarranno in vigore fino a che non sarà completato l'esame della richiesta di estradizione.
Chi sono
Gli ex brigatisti arrestati sono Marina Petrella, Giovanni Alimonti, Enzo Colavitti, Roberta Cappelli, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi, Luigi Bergamin e Narciso Manenti. Quelli ancora in fuga sono Raffaele Ventura, Maurizio Di Marzio e Luigi Bergamin.
- Ex Brigate Rosse Giovanni Alimonti, che deve scontare una pena di 11 anni, 6 mesi e 9 giorni; Enzo Calvitti, condannato a 18 anni, 7 mesi e 25 giorni; Sergio Tornaghi, Roberta Cappelli e Marina Petrella invece sono stati condannati all'ergastolo.
- Ex Lotta Continua Giorgio Pietrostefani deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.
- Ex Nuclei Nuclei Armati Contropotere Territoriale Narciso Manenti condannato all'ergastolo.deve espiare l'ergastolo per l'omicidio aggravato dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, perpetrato a Bergamo il 13 marzo del 1979, oltre che 2 anni e mesi 6 di reclusione per ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi ed 3 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata, in quanto colpito da ordine di carcerazione emesso il 4 febbraio del 1986 dalla Procura di Bergamo.
- Ex Proletari Armati per il Comunismo Luigi Bergamin ha una pena definitiva da scontare di 16 anni e 11 mesi di reclusione in quanto ideò l'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, il capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.
I tre in fuga
- Luigi Bergamin viene considerato l'ideologo dei Proletari armati per il comunismo, il cui membro piu' famoso è Cesare Battisti, catturato nel gennaio 2019 in Bolivia dopo una lunga latitanza ed estradato in Italia. Bergamin è stato condannato tra l'altro per l'omicidio del macellaio Lino Sabbadin e la sua pena sarebbe vicina alla prescrizione.
- L'ex brigatista Maurizio Di Marzio, 5 anni residui da scontare, partecipò con Giovanni Alimonti al tentativo di sequestro del vice questore Nicola Simone, rimasto gravemente ferito. La sua condanna scadrebbe il 10 maggio.
- Raffaele Ventura, gia' esponente delle Formazioni comuniste combattenti, ha condanne per oltre 20 anni e fu riconosciuto anche tra i responsabili in concorso morale per l'omicidio del vice brigadiere Antonino Custra avvenuto nel maggio del '77 in via De Amicis a Milano durante una manifestazione.
Giorgio Pietrostefani è stato il fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua. E' stato condannato a 22 anni, con Sofri, come mandante dell'omicidio Calabresi, del quale si è sempre dichiarato innocente, come gli altri imputati (ad eccezione di Leonardo Marino). Ha scontato solo una minima parte della pena (circa 2 anni) essendosi poi rifugiato in Francia protetto dalla dottrina Mitterrand. La pena (ridotta a 16 anni da alcuni indulti, quindi 14 anni da scontare) si prescriverà nel 2027 (non è stata contestata l'aggravante di attentato a fini di eversione, ma il reato comune di concorso morale in omicidio).
"Non c'erano motivi per non eseguire il mandato d'arresto" per Narciso Manenti e la Procura di Bergamo "ha lavorato per dimostrarlo". Lo ha spiegato il procuratore della città orobica Antonio Chiappani. L'arresto non era stato eseguito perché, da parte delle Autorità francesi si riteneva che non fosse a conoscenza del processo e quindi fosse stato condannato in contumacia. "In realtà agli atti risulta che ne fosse perfettamente a conoscenza", ha aggiunto Chiappani
L'avvocato
Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha denunciato stamattina un "tradimento senza nome da parte della Francia". «Sono indignata - ha detto la Terrel dopo l'arresto di 7 ex brigatisti - e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata».