LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Passaporti in posta da dicembre anche in Lombardia: è vera rivoluzione? Ecco cosa cambia

I pro e contro della novità annunciata da Poste Italiane che riguarda gli uffici di 1.290 Comuni sotto i 15mila abitanti, per un totale di 4,3 milioni di persone

Novità in arrivo per il rilascio del passaporto

Milano, 27 ottobre 2023 - Non è ancora una vera e propria rivoluzione ma, data la difficoltà di ottenere i passaporti in Italia, e in particolare a Milano, che ha generato, in alcuni casi, anche situazioni opache con agenzie che offrivano servizi a prezzi più elevati, può considerarsi un primo segnale di cambiamento. Mercoledì, infatti, il condirettore generale di Poste Italiane ha annunciato le prossime tappe di sviluppo del Progetto Polis, avviato a gennaio 2023 con fondi Pnrr e che in questi giorni comincia ad entrare nel vivo. A partire dal mese di dicembre, è stato detto, senza però che l’azienda al momento sia in grado di indicare una precisa data di entrata in funzione del servizio, i comuni con meno di 15.000 abitanti (7mila in Italia), potranno ritirare il passaporto direttamente negli Uffici Postali. Da febbraio, poi, Poste Italiane rilascerà anche le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate”.

Cosa accade fino al 31 ottobre 2023?

I cittadini residenti nei paesi più piccoli delle province lombarde devono ritirare il passaporto direttamente in Questura, la cui sede è nel capoluogo. Ciò significa spesso percorrere distanze elevate, senza contare parcheggi e code. Finora l’alternativa per il cittadino, fornita da Poste Italiane dal 2014, è quella di compilare un modulo in Questura per ricevere il documento a casa, pagando un’assicurata a 9,05 euro. In caso di mancata consegna, il cittadino può ritirare la busta contenente il passaporto presso l’ufficio postale indicato sull’avviso di giacenza rilasciato dal portalettere in fase di consegna. 

Cosa cambia dal mese di dicembre 2023?

Il cittadino residente in un comune sotto i 15 mila abitanti potrà recarsi in Posta per ritirare il documento, spesso necessario per un viaggio urgente. Per il ritiro il cittadino dovrà presumibilmente pagare le stesse commissioni dovute alla Pubblica amministrazione per certificati e servizi; solo che in questo caso il corrispettivo sarà incamerato dalle Poste. Poste Italiane nel comunicato stampa di due giorni fa ha confermato il ritiro del passaporto mentre l’ad ha parlato, più in generale, di ‘erogazione’ del servizio: oltre alla data, dunque, non è chiaro, allo stato attuale, pur avendo novembre ormai ‘i giorni contati’, come avverrà la procedura. Tuttavia Poste Italiane oggi ha confermato che sarà possibile, presso gli uffici dei comuni medi e piccoli, sia ritirare il passaporto che farne richiesta, pur non essendo in grado di fornire data di entrata in funzione e modalità di svolgimento.

I pro e i contro

Fino a quando il cittadino non saprà di sicuro di poter fare riferimento agli Uffici postali non solo per ritirare il passaporto ma anche per richiederlo, e con quali costi e procedure, dovrà continuare a rivolgersi alla Questura di competenza per richiedere il certificato di identità valido per l’espatrio, presentando la documentazione necessaria. E, per farlo, dovrà sempre prendere un appuntamento online o partecipare agli open day ed, eventualmente, comprovare l’urgenza, se la data fissata va oltre l’esigenza di viaggio. Il nuovo servizio postale dovrebbe partire nel mese di dicembre ma ad oggi, conferma Poste Italiane, non c’è certezza su modalità e tempi di questa erogazione.

Il vantaggio, se non si opta per ricevere il documento a casa tramite lettera assicurata a costo maggiorato, è di poter ritirare di persona il documento nell’ufficio postale vicino a casa. E di poterlo eventualmente anche prenotare, anche se non si sa se, quando e come, questo permetterà effettivamente di ridurre i lunghi tempi previsti oggi con la prenotazione online di un appuntamento all’ufficio passaporti delle Questure. Se però il servizio dovesse effettivamente entrare in funzione, il cittadino potrebbe evitare di recarsi alla Questura del capoluogo anche per avviare la pratica.

Il contro, nei piccoli comuni, è che molti uffici postali sono aperti solamente a giorni alterni, in media tre giorni a settimana, e, una volta ricevuta la notifica, bisogna dunque trovare il momento giusto per il ritiro. Una opzione che rappresenta comunque un vantaggio per chi sarebbe costretto a percorrere lunghe distanze. E che potrebbe sgravare lo stesso ministero dell’Interno, e gli uffici della Questura, dalle file di chi si presenta per ritirare (o forse anche richiedere) il documento, ottimizzando invece i tempi per accogliere e svolgere le istanze.

In Lombardia mille uffici in piccoli paesi

Attualmente dei 7mila uffici postali presenti in Italia sotto i 15mila abitanti, il 70%, ovvero oltre 5.500 (di cui oltre mille in Lombardia) sono ancora più piccoli, ossia sotto i 5 mila abitanti. L’istituzione dello Sportello digitale, dunque, può rivelarsi particolarmente utile quando sarà effettivamente punto di comunicazione della Pubblica amministrazione a doppio senso, ovvero anche per la presentazione delle richieste rivolte ad enti statali o regionali diversi mentre, chi vive nelle grandi città, dovrà ancora spostarsi da un ufficio all’altro. Gli atti che già oggi si possono ritirare in posta sono servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. In taluni casi si tratta anche di documenti che il cittadino potrebbe ricavare da solo sui siti di comuni, regioni e ministeri ma a cui non tutti riescono ad accedere con facilità o, banalmente, non tutti posseggono poi la stampante per riprodurli su cartaceo.

In Lombardia coinvolti 4,3 milioni di abitanti

La novità degli uffici postali come ‘sportello unico’ per il dialogo con la pubblica amministrazione riguarda attualmente, sulla carta, 1.290 comuni dei 1.391 sotto i 15 mila abitanti (alcuni non hanno ufficio postale) sui 1.504 comuni totali della Lombardia. In totale la popolazione coinvolta dal Progetto Polis, che risiede nei 1.290 comuni, rappresenta circa il 43% dei residenti, pari a 4,3 milioni di cittadini.

Ecco il numero dei comuni delle province lombarde sotto i 15mila abitanti interessati da Polis:

Comuni della provincia di Bergamo 212

Comuni della provincia di Brescia 190

Comuni della provincia di Como 134

Comuni della provincia di Cremona 101

Comuni della provincia di Lecco 79

Comuni della provincia di Lodi 50

Comuni della provincia di Mantova 59

Comuni della provincia di Milano 87

Comuni della provincia di Monza 35

Comuni della provincia di Pavia 153

Comuni della provincia di Varese 121

Comuni della provincia di Sondrio 69