IL PENSIERO di Oriana Fallaci sulla debolezza del mondo occidentale nel contrastare le minacce di dominio e prevaricazione, ricorda quello di Winston Churchill, immediatamente prima della seconda guerra mondiale. Le decapitazioni davanti alla macchina da presa di cristiani e cosiddetti musulmani non allineati, spesso dopo giorni o mesi di efferata detenzione, perpetrate dai terroristi islamici, poco hanno da invidiare alle gassificazioni attuate dal nazismo contro gli ebrei. Così come la devastazione di Palmira ricorda il falò di tonnellate di libri davanti al Parlamento di Berlino. Un attacco alla cultura e alla civiltà.
DOPO IL FAMOSO incontro di Monaco del settembre 1938, Churchill si scagliò contro la ingenuità di Chamberlain e Daladier, primi ministri di Inghilterra e Francia, che accettarono le imposizioni di Hitler, anticamera dell’inizio del conflitto mondiale. Dopo l’attentato alle Torri Gemelle del settembre 2001, la Fallaci scrisse a sua volta libri appassionati contro il lassismo del mondo occidentale nei confronti dell’Islam. Non sono personalmente in grado di entrare nella annosa questione tra Islam moderato e non moderato, anche perché va comunque rispettata la buona fede di coloro che credono in modo pacifico in Allah. Non possiamo però dimenticare che lo scontro tra musulmani e cristiani non è certo di oggi e trae le sue origini dagli inizi dell’anno Mille. Tra alterne vicende, passate attraverso le Crociate, la battaglia di Lepanto, fino alla espansione e alla dissoluzione dell’impero ottomano cento anni fa, motivi religiosi, politici ed economici hanno fertilizzato queste ricorrenti vicende storiche, in cui anche il mondo cristiano ha parecchi lati oscuri da farsi perdonare. Basti pensare agli orrori perpetrati durante le stesse Crociate e agli anni bui della inquisizione, che colpiva indiscriminatamente fedeli ed infedeli. Oggi, pertanto, il nostro mondo non può vantare una superiorità etica in assoluto, ma si deve soltanto difendere, come in altri momenti della storia si sono difesi i musulmani. Ciò significa innanzitutto rivendicare in modo fermo le proprie radici culturali e religiose e in secondo luogo rispondere con la forza alla forza, per far sì che i nostri figli e i nostri nipoti vedano nuovamente una stagione di serenità.
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