Il Papa Emerito Benedetto XVI chiede perdono a nome della Chiesa, considerando gli importanti ruoli da lui ricoperti, per tutti i casi di abusi sessuali compiuti dai sacerdoti. "Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica - sottolinea Joseph Ratzinger -. Tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale e' terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso". "Sempre più comprendo il ribrezzo e la paura che sperimentò Cristo sul Monte degli Ulivi - aggiunge il Papa emerito - quando vide tutto quanto di terribile avrebbe dovuto superare interiormente. Che in quel momento i discepoli dormissero rappresenta purtroppo la situazione che anche oggi si verifica di nuovo e per la quale anche io mi sento interpellato. E cosi' posso solo pregare il Signore e supplicare tutti gli angeli e i santi e voi, care sorelle e fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro".
"Non sono un bugiardo"
Nella lettera il papa Emerito spiega che "nel lavoro gigantesco di quei giorni - l'elaborazione della presa di posizione - l'elaborazione della presa di posizione - è avvenuta una svista riguardo alla mia partecipazione alla riunione dell'Ordinariato del 15 gennaio 1980", ricorda Ratzinger. "Questo errore, che purtroppo si è verificato, non è stato intenzionalmente voluto e spero sia scusabile. Ho giàè disposto che da parte dell'arcivescovo Gaenswein lo si comunicasse nella dichiarazione alla stampa del 24 gennaio 2022. Esso nulla toglie alla cura e alla dedizione che per quegli amici sono state e sono un ovvio imperativo assoluto. Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo".
Davanti a Dio
"Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l'animo lieto perché confido fermamente che il Signore non é solo il giudice giusto, ma al contempo l'amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, é al contempo mio avvocato".
Le accuse
Nel rapporto sui casi di pedofilia nell'arcidiocesi di Monaco e sull'occultamento il Papa emerito Josef Ratzinger viene accusato di comportamenti erronei in quattro casi, relativamente al periodo in cui era arcivescovo. L'allora arcivescovo di Monaco tando al rapporto, non ha intrapreso nulla nei confronti dei quattro religiosi accusati degli abusi. In due casi si tratta di religiosi i cui abusi erano stati documentati da tribunali statali. I due preti sono rimasti attivi nella cura delle anime, non è stato intrapreso niente sul profilo del diritto ecclesiastico. Un interesse per le vittime da parte di Ratzinger, inoltre, «non è stato ravvisabile". Ratzinger è stato arcivescovo di Monaco dal 1977 al 1982.
La Santa Sede
È con un editoriale sui media vaticani, a firma del direttore Andrea Tornielli, che la Santa Sede prende le difese del Papa emerito Benedetto XVI, investito dalla bufera alzata dal rapporto sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi di Monaco, di cui Joseph Ratzinger fu arcivescovo dal 1977 al 1982, con l'accusa di «comportamenti erronei» in quattro vicende di preti pedofili. "Non si può dimenticare che Ratzinger, il quale già da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede aveva combattuto il fenomeno nell'ultima fase del pontificato di san Giovanni Paolo II (...), una volta diventato Papa ha promulgato norme durissime contro gli abusatori clericali, vere e proprie leggi speciali per contrastare la pedofilia".
In Italia
Sull'onda dello scossone imposto dal rapporto sugli abusi nell'arcidiocesi di Monaco dal 1945 al 2019, che ha coinvolto per presunti «comportamenti erronei» in quattro casi di preti pedofili perfino il Papa emerito Joseph Ratzinger, la Cei per la prima volta non esclude alla radice la possibilità di un'inchiesta analoga anche in Italia.