GIULIA BONEZZI
Cronaca

Lombardia, tempi lunghi di ricovero dal pronto soccorso: scattano le “multe”. Cosa cambia

Previsti tagli fino al 10% del forfait, si potranno ridurre aprendo letti. Rimborsi degli extra ai privati che erogano tutte le prestazioni chieste

Pronto soccorso (foto di archivio)

Pronto soccorso (foto di archivio)

Milano – Una “penalità” fino al 10% del forfait per gli ospedali che non fanno abbastanza per ridurre il “boarding”, cioè il tempo - ore, a volte giorni - che un paziente per il quale è già stato deciso il ricovero deve trascorrere in emergenza-urgenza, magari su una barella, prima che si liberi un letto in reparto. E poi una remunerazione premiale delle prestazioni erogate “extra“ per le strutture private accreditate che raggiungano soglie minime di garanzia prestabilite dalle Ats per quelle “critiche”, con lunghe liste d’attesa. Nelle “regole” per il servizio sanitario lombardo nel 2025 approvate ieri in Regione, l’assessorato al Welfare ha infilato un paio di “grimaldelli” per provare a orientare il larghissimo spazio di manovra concesso dal modello formigoniano ai privati che alla sanità pubblica forniscono il 40% delle prestazioni ospedaliere in valore, quantunque il pagatore pubblico possa indicar loro quali erogare solo per il 10% del budget loro assegnato.

Un paio di mesi fa era scoppiato il caso dei pronto soccorso: un monitoraggio dell’Ats Metropolitana aveva svelato come quelli degli ospedali privati accreditati ricoverassero la metà rispetto ai reparti d’emergenza-urgenza pubblici (25,9% del totale dei ricoveri contro il 48,8%). Un problema, per un servizio sanitario regionale che cerca di limitare i tempi di boarding. “Ci impegneremo per ricordare ai privati che sono chiamati a fare la propria parte”, disse l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso suscitando l’indignazione dei primari dei Ps privati convogliata dall’associazione di categoria (degli ospedali) Aiop.

Ora, il pronto soccorso è remunerato come “funzione non tariffabile” o Fnt: un rimborso a forfait e non a prestazione (Drg) che si applica tipicamente a un reparto d’emergenza-urgenza (fu l’esplosione delle funzioni non tariffabili per attività assai diverse ad avere un ruolo nella condanna di Roberto Formigoni). Nelle “regole” 2025 è prevista “una modalità di abbattimento” della Fnt di pronto soccorso “fino a un massimo del 10%”, sulla base di un algoritmo che terrà conto degli esiti degli interventi chiesti agli ospedali “per contrastare il boarding”, monitorati da Areu. In pratica, nel caso di una struttura “che parte da livelli critici” di boarding e non migliora, scatterà il taglio del forfait, che però potrà essere contenuto in base al numero di letti di area medica a disposizione per i ricoveri da pronto soccorso, e si azzererà se questi ultimi (i ricoveri) raggiungeranno quelli attesi (o quando il totale delle ore di boarding scenderà sotto la soglia delle 350 ore settimanali).

Se il forfait per il pronto soccorso è il “bastone”, la “carota” riguarda invece il budget di specialistica ambulatoriale per i pazienti residenti in Lombardia, che sarà aumentato “fino all’1%” ai privati accreditati “che abbiano raggiunto gli obiettivi sulle liste d’attesa del 2023”; a quelli “che nel 2024 abbiano superato il 106% di produzione escluso il laboratorio sarà riconosciuto un incremento proporzionale per prestazioni critiche”, cioè che generano lunghe liste d’attesa. Saranno le Ats a fissare delle soglie minime per le prestazioni critiche: i privati che le supereranno tutte saranno remunerati a prezzo pieno fino al 106%, e a prezzo ridotto (del 30% fino al 103%, del 60% fino al 106%) anche per le prestazioni non critiche extrabudget. I rimborsi delle prestazioni che rientrano nel piano anti liste d’attesa “non saranno abbattuti fino al 110%”.