GIULIA BONEZZI
Cronaca

Sanità: la Regione Lombardia punta sul pronto soccorso virtuale. Cos’è e come funziona

Il modello dell’emergenza-urgenza diventa la Centrale medica integrata attualmente operativa a Milano. L’assessore Bertolaso: “Non solo riforma della guardia medica, rivoluzione tecnologica in cinque anni”

Postazione per la telemedicina (Archivio)

Milano – Non solo la riforma della continuità assistenziale – l’ex guardia medica che sostituisce i medici di base quando non sono tecnicamente in servizio, cioè di notte, nei festivi e prefestivi –, con la sperimentazione della centrale UNIC.A operativa da qualche mese nell’Ats della Montagna, in partenza a Milano città nel weekend e che in futuro dovrebbe approdare anche a Bergamo, dove il servizio è in difficoltà.

La svolta

"Questo è un giro di boa - avverte l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso - Entro fine mese porteremo in Giunta altre novità per i pronto soccorso. Stiamo rivedendo completamente lo schema dell’intera emergenza-urgenza", incluso il 118. "Con un ruolo per i medici di emergenza-urgenza e una riorganizzazione" che molto si baserà sulle nuove tecnologie e la telemedicina.

"I lavori per riorganizzare il Welfare - chiarisce Bertolaso – andranno avanti per anni. Speriamo in cinque anni di portare tutto il sistema sanitario lombardo al passo con i tempi. Noi agiamo come fossimo già nel 2030". Un futuro prossimo in cui "la stragrande maggioranza delle visite ambulatoriali sarà mediata dalla tecnologia, che cambierà radicalmente il sistema che abbiamo conosciuto". Un processo ineluttabile, per "mutamenti epocali nella mentalità e nella cultura" e anche perché "il numero dei medici oggi è insufficiente rispetto alle esigenze".

L’obiettivo

La sperimentazione sulla guardia medica "è un antipasto – ha spiegato l’assessore –. Una tessera in un mosaico più ampio" il cui obiettivo a medio termine è "migliorare il servizio ai cittadini e ridurre la pressione sui pronto soccorso". Intercettando e gestendo con la telemedicina i casi non urgenti, prima che vadano a intasarli.

Il modello per l’emergenza-urgenza a sarà la Centrale medica integrata (Cmi), operativa oggi solo su Milano nella sede della Soreu (Sala operativa regionale emergenza-urgenza); non una guardia medica, ma un "pronto soccorso virtuale" cui vengono dirottate chiamate arrivate al 118 (sempre col filtro del numero unico delle emergenze 112) che al triage telefonico non necessitano di un trasporto in ambulanza.

Come funziona

Il paziente viene richiamato da un medico di emergenza-urgenza che lo video-visita e valuta, comunica col suo medico di base, rilascia prescrizioni per visite o farmaci con la ricetta dematerializzata. Tutto sullo smartphone, senza che il paziente debba muoversi o trascorrere ore inutili in pronto soccorso, come chi ci arriva o si presenta con sintomi da codice verde o bianco.

Le cifre di Milano

Nel 2022, spiega il direttore generale dell’Areu Alberto Zoli, la Cmi di Milano ha abbattuto del 75%, rispetto all’anno prima, i trasporti in ambulanza in codice verde o bianco ai pronto soccorso della città, alleggerendoli di circa ottomila pazienti.

La speranza è che le risposte fornite in telemedicina, da parte del 118 e a breve anche della guardia medica che risponde al 116117, contribuiscano a far diminuire anche le persone in codice verde o bianco tra i pazienti che si presentano autonomamente nei pronto soccorso (solo il 20-25% ci arriva in ambulanza).

A Milano intanto, e poi in Lombardia, dato che una delle idee alla base della riforma annunciata per fine mese è estendere il "pronto soccorso virtuale" a tutta la regione, potenziando la Cmi di Milano, aprendone altre o coinvolgendo medici con postazioni all’interno dei loro pronto soccorso.

Del pacchetto dovrebbero far parte, su base provinciale, anche i "team di risposta rapida domiciliare": équipe attivate dalla centrale, dotate di strumentazione per le indagini diagnostiche base (come un’ecografia) che visitano i pazienti, soprattutto quelli più anziani, a casa loro.