
In balìa del maniaco. Il racconto della escort: "Legata e picchiata. Ho pianto e pregato"
Desio (Monza Brianza), 3 Novembre 2023 - "Non l'ho tenuta sequestrata, anzi volevo che se ne andasse dopo che abbiamo finito, ma dovevano venirla a prendere e non arrivavano, quindi ho chiamato una decina di volte per fare venire un taxi e glielo avrei pure pagato pur di farla uscire dalla camera perché dovevo vedermi con un amico".
E il giudice dispone accertamenti sul telefonino aziendale da cui l'imputato avrebbe chiamato per verificare la sua versione dei fatti. Nega le accuse Michele Gruosso, il 28enne in carcere dal 26 gennaio scorso perché accusato di avere legato con un cavo, picchiato e costretto ad assumere cocaina per fare sesso una prostituta romena trentenne nella stanza di un hotel a Desio. L'imputato, già condannato a 12 anni e 8 mesi di reclusione per avere tentato di uccidere nel 2016 il patrigno nel Pescarese insieme alla madre (che si è suicidata mentre era agli arresti domiciliari), si trovava a piede libero, dopo avere già scontato un periodo in carcere e poi agli arresti domiciliari, perché erano scaduti i termini di custodia cautelare in attesa di sentenza definitiva e viveva in Brianza dove aveva trovato un lavoro.
Il giovane è stato arrestato dai carabinieri, allertati da un'amica della escort che non riusciva a sentirla al telefono perché i due dispositivi portatili le sarebbero stati sottratti e spenti dal cliente. Una ricostruzione negata dal 28enne nel suo interrogatorio. "Devo avere alzato la voce e averla insultata quando non se ne andava, anzi mi ha chiesto altri soldi perché si tratteneva - sostiene Michele Gruosso - Non le ho tappato la bocca e il cavo del telefonino me l'ha chiesto per caricare i suoi. Si è messa sul letto, assumeva cocaina, finché non sono arrivati i carabinieri". Si torna in aula a dicembre per verificare se davvero dal numero del cellulare aziendale sono partite le chiamate al radiotaxi.