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Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri
Milano, 10 aprile 2015 - Vladimir Putin è un enigma. Dall’inizio della sua ascesa al potere nella Russia post-sovietica quasi nessuno è riuscito a decifrarlo. Fermo restando che ha rivestito ruoli di una certa importanza nel Kgb, la sua evoluzione è avvenuta parallelamente alla ricostruzione del suo Paese per impulso soprattutto di Eltsin a cui per tempo si era legato scansando le sirene gorbacioviane piuttosto confuse. Liberale deluso? Patriota liberale? Cripto nazional-bolscevico? Statalista mite? Tutto questo e forse niente di questo: semplicemente un russo che, non essendo mai stato, da quanto si capisce, autenticamente comunista, non ha perso tempo nell’attardarsi sulla sua ridefinizione politica ed ha mostrato di concepire il potere come uno strumento per preservare la Grande Russia.
Molto più semplicemente, l’autocrate del Cremlino intende affermare il ruolo della sua nazione nel consorzio delle grandi potenze senza venir meno ai valori fondanti che la animano. Ecco, dunque, la chiusura all’occidentalismo americanista, alla colonizzazione culturale, l’opposizione allo smantellamento delle sue radici russe che passa anche attraverso il ridimensionamento dei suoi confini. Di tutto questo, della sua formazione e della costruzione del consenso indiscutibile di cui gode ci parla Nelli Goreslavskaya nella prima biografia di Putin apparsa in Italia, corredata da una illuminante prefazione di Mauro Mazza. Adesso, tormentato dalla crisi Ucraina, dal fronte apertosi con l’Occidente, non demorde dal ritenere indispensabile l’unità politica, morale e culturale e perfino religiosa del suo Paese, immaginando una grande alleanza con l’ondivaga e timorosa Europa a cui sente che la Russia debba essere legata tanto per difendere interessi comuni economici ed energetici, quanto per fronteggiare l’islamizzazione la cui minaccia viene soprattutto dalle regioni meridionale de-sovietizzate.
La sua biografa, al di là dei dettagli sulla sua vita privata che comunque non scadono nel gossip dozzinale, presenta uno statista disposto a tutto pur di assicurare un avvenire al suo Paese. Ed è per questo che la “cifra” del suo potere è un nuovo patriottismo i cui risultati sono indiscutibili a giudicare dal cospicuo seguito elettorale del quale, colpevolmente, l’Europa non sembra curarsi eccessivamente, commettendo un errore esiziale che si potrebbe ritorcere contro se stessa. Nell’affrontare le sfide globali, il Vecchio Continente dovrebbe impegnarsi insieme con la Russia nel delineare altri equilibri che dovrebbero vederlo protagonista.
NELLI GORESLAVSKAYA, Putin, storia di un leader, I libri del Borghese