REDAZIONE CRONACA

Quando Simba pestò il rapper rivale Touchè. Lui su Instagram: "Non mi sono vendicato io"

Una settimana fa lo scontro tra i due cantanti e i "dissing" sui social

"Io faccio musica, solo musica, tutto il resto lasciatelo lontano da me, che non voglio fare la guerra". E ancora: "Nessuno di noi vuole una madre che piange”. A parlare è Baby Touchè, dopo l'accoltellamento al rapper Simba La Rue. Settimana scorsa i due si erano scontrati e, dopo l'aggressione di ieri sera a Treviolo, in provincia di Bergamo, la mente è corsa a quell'episodio e all'ipotesi di una vendetta. Nella notte tra l'8 e il 9 giugno, infatti, lo scontro dopo uno scambio di dissing, ossia insulti attraverso una canzone.

Protagonisti Simba La Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, 20 enne di origine tunisine residente a Merone nel Comasco, e Touchè, nome d'arte di Amine Amagour, classe 2003, nato a Padova di origini marocchine. In una serie di video si vede Touchè in macchina, sul sedile posteriore, con Simba La Rue e dei suoi amici. Spaventato, con il naso sanguinante e lo sguardo che vaga altrove, lontano dal telefonino, viene insultato. Una voce gli dice: "Ti potevo sequestrare. Ti potevo portare via. Dov’è il gangster che sei". Sembra che Touché, a Milano, sia stato circondato da una decina di persone, tra cui Simba La Rue, picchiato e portato di forza in auto. 

Le origini dei dissapori ad inizio anno, con alcune canzoni interpretate come scambio di dissing. Poi le frecciate sui social, alimentate dai rispettivi follower, e l'episodio di Corso Como: una rissa con lanci di bottiglie. A febbraio con l’aggressione di un amico di Simba La Rue, a Padova, che aveva "taggato" Touché chiedendogli di incontrarsi faccia a faccia.