La Commissione europea ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dell'Italia. Vale 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e di 122,6 miliardi in prestiti. L'annuncio pochi minuti fa in una ,conferenza stampa congiunta, a Cinecittà, tra il presidente del consiglio Mario Draghi e Ursula von Der Leyen, presidente della Commissione Ue. La Commissione ha promosso il piano, che dovra' essere approvato dal Consiglio entro quattro settimana, con un punteggio di 10 A e una sola B (sui costi). Il Pnrr italiano, il piu' importante di tutto il progetto europeo di Next Generation Eu, destina, secondo la valutazione dei tecnici di Bruxelles, il 37% della spesa totale a misure a sostegno degli obiettivi climatici e il 25% alla transizione digitale. Il piano prevede investimenti per finanziare un programma di ristrutturazione su larga scala per aumentare l'efficienza energetica degli edifici. Prevede inoltre misure per promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili, tra cui l'idrogeno. Pone un accento particolare sulla riduzione delle emissioni di gas serra dei trasporti, con investimenti nella mobilita' urbana sostenibile e nelle infrastrutture ferroviarie. Tra le misure a sostegno della transizione digitale dell'Italia vi sono investimenti a sostegno della digitalizzazione delle imprese e dell'espansione delle reti a banda ultra-larga e della connettivita' 5G. Gli investimenti sono inoltre mirati alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, con interventi previsti per la Pa in generale, la sanita', la giustizia e l'istruzione.
Il premier
"La visita della presidente della Commissione Ue segna il via libera al Pnrr italiano. E' una giornata di orgoglio per il nostro Paese. Abbiamo messo a punto un piano per rendere il Paese piu' giusto e sostenibile per la sua crescita". Lo ha detto il premier Mario Draghi che poi ha aggiunto: "Bisogna cercare di spendere bene e con onestà, raggiungendo gli scopi previsti nel Piano. Se questo va in porto, ed è una grande responsabilità per l'Italia, poi sono certo che alcune parti dello sforzo fatto dalla Commissione e da tutti i Paesi rimarrà strutturale perchè quella fiducia data dimostrerà di essere ben riposta".
La crescita
Secondo le stime della Commissione Ue contenute nella valutazione del Pnrr, grazie soltanto alla componente investimenti del piano, il Pil italiano crescerà tra l'1,5% e il 2,5% entro il 2026. Numeri che aumenteranno «nel lungo termine" quando si materializzerà l'impatto delle riforme. Inoltre, sarà in grado di generare circa 240mila posti di lavoro supplementari.
La prima tranche
"Il Consiglio ha quattro settimane per approvare il piano e poi possiamo erogare la prima tranche di finanziamenti, abbiamo raccolto 20 miliardi di dollari sui mercati e questo dimostra che c'è fiducia». Lo dice la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen in conferenza stampa a Cinecittà con Mario Draghi.
Unione d'intenti
"Sono orgogliosa che Next Generation Eu aiutera' il popolo italiano a guardare al futuro con fiducia e ambizione. Ora e' il momento di concretizzare. Saremo al vostro fianco in ogni fase del percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che poi ha aggiunto: "La commissione sara' vigile per assicurare che sia sfruttare tutto il potenziale di Next Generation Eu. Il vostro successo è il nostro successo, il successo dell'Italia è il successo dell'Europa. Perche' un'Italia forte rende l'Europa piu' forte".
I veri nodi
L'iniezione di liquidità nell'economia del Paese è senza dubbio una buona notizia. Affinché l'approvazione del Pnrr non resti però un bel piano solo sulla carta, l'Italia dovrà essere in grado di tradurlo nella realtà e per farlo servono sostanzialmente tre requisiti: decreti attuativi che trasformino questa grande quantità di soldi in investimenti concreti produttivi, le riforme strutturali (Fisco e giustizia soprattutto) di cui il nostro Paese ha bisogno da tempo e infine la riduzione del debito pubblico che pesa ormai come un macigno e resta un freno alla crescita. Per fare tutto questo infine servirà una larga maggioranza parlamentare che porti a compimento il grande progetto di modernizzazione del Paese sotteso allo stesso Pnrr. Il punto è proprio questo: dopo anni di campagna elettorale continua i partiti saranno disposti ad abbandonare il proprio "orticello" per puntare a un obiettivo di lunga durata?