Sabbia del Sahara nel cielo, perché è magnetica e quanto è pericolosa: fino a quando durerà?

La ricaduta dall’atmosfera del pulviscolo del deserto è un fenomeno normale, ma ha generato teorie del complotto. Ecco la spiegazione e i rischi per la qualità dell’aria

A sinistra, una rielaborazione dell'ondata di sabbia proveniente dal deserto del Sahara generata dai dati del sistema Copernicus dell'Unione europea

A sinistra, una rielaborazione dell'ondata di sabbia proveniente dal deserto del Sahara generata dai dati del sistema Copernicus dell'Unione europea

Negli ultimi giorni una pioggia carica di sabbia è piovuta su tutta Italia, con effetti anche in Lombardia. L’origine del pulviscolo che ha ricoperto il cielo sono le sabbie del deserto del Sahara – in buona parte cariche di materiali ferrosi – che il forte vento di Scirocco ha sollevato fino a diversi chilometri di altezza e portato oltre il Mediterraneo. Anche se il fenomeno è normale e a cadenza ciclica, sui social media hanno iniziato a circolare false teorie del complotto che legano il magnetismo della polvere sahariana allo spargimento di metalli nell’atmosfera da parte di aerei (similmente alla falsa cospirazione sulle scie chimiche). La spiegazione, in realtà, è molto più semplice.

Perché la sabbia è magnetica?

Il magnetismo della sabbia del Sahara è un fenomeno risaputo da molto tempo ed è causato della presenza di minerali ferromagnetici come la magnetite (Fe₃O₄) e l’ilmenite (FeTiO₃). Questi minerali contengono ferro, un elemento che possiede proprietà magnetiche intrinseche: alcuni studi hanno trovato nel pulviscolo sahariano percentuali di ferro fino al 5,8% della composizione. Per questo avvicinando una calamita alla sabbia che si è posata sulle nostre auto questa si attacca al magnete.

Nel video sottostante, lo spostamento dell’ondata di pulviscolo nelle rilevazioni satellitari del programma Copernicus dell’Agenzia spaziale europea. Gli altri periodi sono disponibili a questo link.

Ma come ci sono finiti questi materiali ferrosi nel Sahara? Per diversi motivi. Da una parte i processi di erosione, trasporto e deposizione che avvengono nel deserto possono concentrare questi minerali in determinati luoghi. Inoltre, in alcune regioni del Sahara, l’attività vulcanica passata ha contribuito alla presenza di minerali magnetici: le eruzioni vulcaniche possono portare in superficie materiale contenente minerali magnetici che, successivamente, si disperde e si mescola con la sabbia. Infine, in alcune aree del deserto ci sono depositi naturali di ferro che, nel corso di milioni di anni, si sono disgregati e mescolati con la sabbia.

Le sabbie sono pericolose?

Queste ondate di polvere, oltre ad essere piuttosto fastidiose, possono avere un impatto negativo sulla salute perché aumentano temporaneamente la quantità di poveri sottili (PM 2.5 e PM 10) presenti nell’aria che respiriamo. “I soggetti più a rischio – precisa – sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma”, ha spiegato il presidente della Società italiana di medicina ambientale, Alessandro Miani. “Le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell'aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo. Per questo è consigliabile evitare il più possibile l’esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori”.

Una studio condotto a Roma tra il 2000 e il 2004 dal dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, ha rilevato che la presenza delle sabbie sahariane nell’atmosfera determina un temporaneo incremento del rischio di ricovero per cause respiratorie associato ad un aumento di PM2,5 e PM10 più elevato nei giorni sahariani rispetto ai giorni in cui non c’è polvere desertica (14,6% vs-0,3%). Anche l’effetto del PM10 sui ricoveri per malattie cerebrovascolari è più elevato nei giorni sahariani (5% vs 0,9%%).

Fino a quando durerà?

Le piogge di venerdì sera in Nord Italia hanno fatto favorito il depositarsi al suolo di buona parte del pulviscolo presente in atmosfera. Le polveri sottili del Sahara si stanno inoltre spostando verso Oriente e, pertanto, nei prossimi giorni il fenomeno non dovrebbe ripetersi.