ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Sanremo 2018: gruppo di ascolto a Milano fra battute, goliardia e pagelle

Cinque giorni di provocanti visione collettive a Mare Culturale Urbano

Mare Culturale Urbano

Milano, 10 febbraio 2018 - II Festival come non lo avete mai vissuto è a “Sanremo Culturale Urbano”. Cinque giorni di «provocanti visioni collettive», come le hanno definite gli organizzatori della 68° edizione della kermesse della canzone italiana. All’interno del Mare Culturale Urbano di via Gabetti 15, negli spazi di un’antica cascina del ‘600 restaurata, anche giovedì notte una cinquantina di persone ha visto la diretta Rai fino a tardi. Senza possibilità di annoiarsi. Merito della verve del presentatore Francesco Oggero, creatore della webzine Orrore a 33 giri, che commentava la puntata con le sue battute taglienti in compagnia di Marco Cardea, spirito irriverente alla Gialappa’s Band.

«Sono un esperto di musica diversamente bella. Negli anni scorsi sui social commentavamo le proposte di Sanremo. Per la prima volta - spiega - in collaborazione con Mare Culturale Urbano abbiamo trasferito la nostra ironia dalle bacheche al vivo. Durante i momenti “morti” , che al Festival non mancano, allietiamo il pubblico con gli spogliarellisti demenziali “Belli e impossibili” e le parodie musicali del duo Disco Pianobar. Il risultato? Quasi tutti rimangono fino alla fine…». La gente nel locale apprezza il clima di goliardia ma non solo. Sono tutti membri della giuria popolare, chiamata ogni volta ad esprimere un giudizio sulle canzoni. Come? Alzando una delle tre palette a disposizione – rossa, gialla o verde – per bocciare o approvare le proposte musicali del teatro Ariston. Laura Guerini non ha mai visto il festival in vita sua ma si diverte un mondo come “giurata”. C’è anche una commissione di qualità, che cambia ogni sera, formata da quattro esperti che hanno la possibilità di votare con numeri da 1 a 10.

Tra loro Alice Mancuso, 24 anni, fashion designer: «Seguo Sanremo da quando ero piccola. Questa edizione per me è la più importante, perché finalmente al timone c’è Claudio Baglioni, il mio cantante preferito. La sua direzione è magistrale: ha portato a Sanremo il suo perfezionismo, allontanando poi quel mood, negli abiti e nella scenografia, all’insegna di minimalismo che ha dominato nelle scorse edizioni». La sua canzone preferita? «Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, il testo non lascia indifferenti». Mara Rold, nella giuria popolare, scuote la testa: «Il Festival è un’istituzione. Ma la direzione artistica di Baglioni mi ha parecchio delusa. Tre Pooh sono decisamente troppi. La sua conduzione è ingessata. Meno male che c’è Michelle Hunziker». Fra i big il suo sì incondizionato va a Ron con l’inedito di Lucio Dalla. La classifica parziale, fra giudizi della giuria popolare e di qualità, ha visto premiare Max Gazzé con 186,5 punti. A seguire Lo Stato Sociale con “Una vita in vacanza”, 156 punti. Al terzo posto Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico con “Imparare ad amarsi” a 153 punti