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Sant'Antonio Abate, una tradizione tra falò e benedizione degli animali

In occasione dell'inizio del nuovo anno, il 1 gennaio, la tradizione contadina celebra un rito immancabile e ancora molto sentito a Milano e in Lombardia

Benedizione degli animali

Milano, 14 gennaio 2020 - Il 17 gennaio è la festa di Sant’Antonio Abate e la notte in cui secondo la tradizione gli animali parlano. Ma non solo, è la notte dei falò che abbraccia il sacro e il profano.

Sant'Antonio Abate e i suoi protettiSant'Antonio Abate

Sant’Antonio Abate è il beato del fuoco, protettore del bestiame e dei campi. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche l'imperatore Costantino e i suoi figli, pare, ne cercarono il consiglio. Antonio si dedicò, dunque, alla cura dei sofferenti, operando guarigioni miracolose e scacciando il diavolo. Da allora Antonio è il 'Grande' capace di sconfiggere le malattie più terribili – il fuoco di Sant’Antonio – e di lenire il dolore dello spirito.  La sua vita è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. Il Santo viene spesso raffigurato con un bastone, il fuoco ai suoi piedi, un Tau e un maiale accanto a lui.

Falò di Sant'Antonio a VareseLa leggenda del fuoco

Sant’Antonio Abate che si celebra il 17 gennaio si lega al momento che si vive a metà gennaio, quello in cui torna la luce, in cui il sole risorge sull’orizzonte portando vita e fertilità ai campi. Così come il solstizio o anche l’epifania, queste sono feste dedicate alla luce e al fuoco rituale. Si chiude un anno con un falò, si brucia il passato, si risorge, si rinizia dalla cenere, purificatrice e fertile.

Benedizione degli animali (Foto Celli)Protettore degli animali

Nei secoli Sant’Antonio, si è anche trasformato nel Santo protettore degli animali. I monaci dell’ordine degli Ospedalieri Antoniani nel Medioevo aiutavano i sofferenti ricavando cibo e creme emollienti dai maiali, così l’iconografia del santo volle che fosse ritratto in compagnia di un maiale. E presto venne quindi associato alla protezione delle bestie, sopratutto da fattorie. Tradizionalmente il 17 gennaio si benedicono gli animali in ogni cascina (oltre che nelle chiese) e di più: una leggende particolarmente suggestiva racconta che la notte del 17 gennaio gli animali possano parlare, e per questo è meglio stare lontani dalle stalle, perché sentire le conversazioni degli animali non è di buon auspicio.

Festa di Sant'Antonio Abate a Casorate PrimoEventi e falò in Lombardia

La Lombardia è una delle regioni in cui più si festeggia Sant’Antonio. Soltanto nel Sudovest milanese, il 17 gennaio vengono tradizionalmente accesi falò in diversi Comuni. Nel Bresciano, a Pontoglio, la festa si unisce alla giornata conclusiva della Sagra del Casoncello. Tra i falò, ci sono quelli di Orezzo (Bergamo), Erba (Como), Casorate Primo (Pavia) , Cremona, Asola (Mantova); Vimercate (Monza). A Sant'Angelo Lodigiano vengono distribuite le offelle, dolce tipico locale. A Varese, imperdibile appuntamento in piazza della Motta, dove la grande pira brucerà contornata da bancarelle alimentari. 

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